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Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

sabato 6 ottobre 2012

Salita allo Zucco di Sileggio per ferrata n°17b e discesa da Alpe Era n°15 - 06-10-2012

Quando: 06 ottobre 2012
Chi c'era: Tiziano
Percorso: Sonvico (386 m) - Agriturismo "La Selvaggia" (455 m) - Santa Preda (600 m) - Santa Maria (661 m) - Zucco di Tura (1046 m) - Zucco di Belloeuria (1153 m) - Zucco Morterolo (1169 m) - Zucco di Sileggio (1359 m) - Bivacco Sforza (1350 m) - Bocchetta di Verdascia (1243 m) - Alpe Era Alta (980 m) - Ape Era Bassa (850 m) - Santa Maria (661 m) - Santa Preda (600 m) - Agriturismo "La Selvaggia" (455 m) - Sonvico (386 m)
Difficoltà escursionismo: T (turistico) EE (per escursionisti esperti con tratti anche attrezzati) EEA (per escursionisti esperti attrezzati)
Tempo: 3,5 h per l'andata, 2,5 h per il ritorno

La settimana scorsa dovevo fare un'uscita nuova, ma visto il cattivo tempo....... che poi non c'è stato!!!!! era saltata. Non per questo ho abbandonato l'idea e questo fine settimana sono riuscito a fare ciò che mi ero prefissato in testa. A costo di esserci andato da solo.
Dopo svariate documentazioni in internet, ho scelto che strada percorrere, sono riuscito a creare un anello, ma volendo, si può ampliare ancora di più il percorso percorrendo l'itinerario che si incontra subito all'inizio del sentiero e/o continuando la cresta sommitale fino ad arrivare alle bocchette successive.


La partenza avviene a Sonvico, stesso punto scelto per fare anche il Sentiero del Fiume (che si trova già sul blog) e per andare a mangiare per il mio compleanno (anch'esso già documentato sul blog).


Percorro il sentiero numero 15 in direzione della chiesetta di Santa Maria.
Qui, subito all'inizio, incontro un bivio che mi direziona a sinistra ma in quest'occasione, non lo seguo e mi dirigo invece a destra, percorrendo la via crucis.


Sul mio cammino, altre indicazioni che riportano ugualmente la meta precisando che la cresta che affronterò e quella sud-est.
Probabilmente il bivio di prima portava ad una cresta esposta a sud-ovest.... in ogni caso scoprirò in seguito che i sentieri si collegheranno in cima allo Zucca di Tura.


Piccola icona metallica dove dovrebbe esserci nascosto un tesssssoro......."dovrebbe", appunto.


Il sentiero n°15 è molto abbordabile da tutti, famiglie con figli a seguito compresi.


Anche qui i funghi abbondano dovuti alla forte umidità del terreno di questi giorni.


Santa Preda...... altro tesssssoro.... altro "dovrebbe"......


.....però di funghi ne è pieno.


Ipotizzo la cresta che dovrò fare e con molta probabilità è quella giusta.


Arriviamo alla portata di vista della Santa Maria.


Terzo ed ultimo tesssssoro e...... stavolta c'è!!!!!!


Pochi metri dopo la chiesa incontro il mio bivio, adesso andrò a sinistra e tornerò a destra chiudendo il cerchio.


Dal sentiero turistico si passa ad un sentiero poco battutto e molto ripido che si sviluppa seguendo la cresta montana. In qualche minuto arrivo alla teleferica.....


......molto in piedi e non mi sono mosso dalla chiesa!!!! Anzi si direbbe che sono pure tornato indietro.


Da qui il sentiero diviene ancora meno battuto, devo svicolare in mezzo alle funi per poter proseguire.


Come indicazione bisogna seguire i bolli azzurri e le paline con anch'esse riportanti il colore azzurro.


In alcuni punti il sentiero sembra sistemato, si nota la mano dell'uomo, ma in quasi tutto il percorso la natura ha il soppravvento.


Panorami fantastici sul lago e sulla valle.


Proseguo sulla cresta. La meta non si riesce mai però a capire dove sia.


Il gruppo delle Grigne che oggi indossa il cappello!!!


Paline, bolli e targhe....... tutte azzurre.


Iniziano ora dei tratti con la catena, non vi è necessità di assicurarsi ma condivido la loro presenza in quanto un terreno scivoloso risulterebbe infido ed attaccarsi aiuterebbe, soprattutto visto che su circa 10 prese su roccia, 6/7 mi sono rimaste in mano!!!! Fate attenzione!!!!


Tutta quella strada e non mi sono ancora mosso dalla chiesa !!!!!!


Laggiù nella valle si nota un sentiero.


Adesso le catene sono quasi sempre presenti, permane la non necessità di assicurarsi se si possiede esperienza....... in ogni caso io rimango della mia idea che se ho speso dei soldi per dell'attrezzatura, me la sono portata dietro e poi non la uso.......e continuo il mio viaggio imbragato e con il set da ferrata pronto all'uso (vi ricordo inoltre che molte rocce mi rimanevano in mano).


Arrivo ad un bivio e scelgo di andare a visitare una piccola grotta situata sulla via di destra.


Pochi metri più avanti gli giungo sotto.



Ritorno sui miei passi e continuo a salire.


Panorama su Mandello. Come si può intuire non mancano tratti un pò esposti.


Sentiero 17b.


Non essendo esperto della zona, ipotizzo di essere ormai giunto quasi in cima allo Zucco di Tura dove incontro un altro sentiero provenire da sud-ovest e finalemente inizio a vedere la mia meta.


I panorami non mancano mai e sono anche molto suggestivi.


I miei prossimi "cucuzzoli".


Avanzano qualche metro, trovo anche una buona posizione per fare un panorama ampio dove farvi vedere il Sileggio ed il gruppo della Grigne.

Essendo un sentiero poco frequentato, incontro una zona dove una forte tempesta ha provocato parecchi danni alla vegetazione e sono costretto a saltare un pò di alberi abbattuti.


Qui dovrebbe essere la cima dello Zucco di Belloeuria e gli alberi verdi poco più in basso, la cima dello Zucco di Tura (nessuno me ne voglia se ho sbagliato).


Davanti a me lo Zucco di Morterolo e di Sileggio.


Tra lo Zucco di Belloeuria e quello di Morterolo vi è una possibilità di "fuga" discendendo un ripido sentiero che porta all'Alpe di Era evitando la parte più difficile della ferrata.


Primo dei due punti complessi: un canale/diedro (dipende da come lo si affronta).
In questo tratto si consiglia di stare a destra del canale e seguire la naturale linea della roccia ed effettivamente sarebbe da fare in questo modo se solo la roccia non si sgretolasse ogni qual volta la afferro con le mani. Io personalmente mi sono arrangiato un pò tra aggrapparmi e tirarmi su di forza sulla catena.


Superato il tratto e proseguito per lo Zucco di Morterolo, si giunge al secondo punto complesso: la scalinata di 25 metri.


Anche qui esiste una possibilità di fuga che aggira lo sperone ed evita l'ascensione dalle scale.


Ma visto che sono qui e che il mio obbiettivo è fare la cresta..... opto per le scale.


Il primi 15 metri sono verticali e completamente esposti.... la roccia non la si riesce a toccare.


Gli ultimi metri invece sono l'opposto: la scala è addirittura incassata nella roccia creando un pò di difficolta al naturale movimento del braccio destro.


Superata la scala si incontrano altri metri abbastanza in verticale da superare con l'ausilio sia del filo metallico che della catena.



Sembra vicina la croce ma manca ancora un pò di strada.


Piante grasse.


Gli ultimi minuti di viaggio si svolgono su di un sentiero ripido e poco marcato dove ricompaiono le paline azzure ad indicare la strada.
Ecco la croce della cima dello Zucco di Sileggio.


Croce con annessa campana.


Bellissimi paesaggi dalla vetta.
Punta di Bellagio.


Vista a nord della croce.

Ora è il momento di scendere e mi dirigo verso nord alla volta delle bocchette.
Pochi metri più avanti il bivio dove arriva il sentiero normale sul versante ovest, quello da cui si vede il lago.



La mia direzione è la bocchetta di Verdascia anche perchè sono curioso di vedere il bivacco Sforza e devo rifornirmi d'acqua dove sono sicuro di trovarla ovvero ad Alpe Era Bassa, sentiero 17/a.


Una cima immersa nella natura.


Seguiamo la cresta in direzione nord....


....fino a giungere pochi minuti dopo al bivacco Sforza.


Bivacco molto giovane, aperto nel 2007.


L'interno è tenuto benissimo, vi sono presenti: un camino, due panche, un tavolo ed un comodino.
Niente luce ne acqua.



Libro di bivacco.


Lasciato alle spelle questo paradiso, inizio a scendere percorrendo un sentiero fangoso che a volte mi crea qualche problema di stabilità.


Un altro bel paesaggio.


Giungo alla prima bocchetta: Verdascia.


Qui continuo sul sentiero n°17/a con indicazione Somana/Mandello, direzione verso valle (volendo si può proseguire ad oltranza in cresta fino a finire sul Grignone!!!)


Ecco il sentiero scelto per il rientro.


Qui incontro una comitiva di ciclisti di mtb che percorrono il mio medesimo sentiero e per una breve tratta continuiamo a superarci a vicenda.


Il sentiero si snoda lungo il bosco fino a finire in una radura in prossimità dell'Alpe Era Alta.


Alpe Era Alta.
Qui i ciclisti mi superano alla grande mentre io mi intrattengo con un signore del posto per chiedere informazioni sulla strada da percorrere e gentilmente mi offre anche un pò della sua acqua per dissetarmi.


Mi trovo sul sentiero n° 17.


Da qui, sempre il signore molto gentile, mi consiglia e mi permette di passare attraverso la sua proprietà per taglaire un pò di sentiero e per potermi dirigere verso Alpe Era Bassa.
Ringrazio ed arrivo ad Era Bassa.


Fontana ristoratrice che elimina il mio problema di borraccia vuota.


Ponticello sul fiume.


Chiesetta di Alpe Era Bassa.
Qui mi fermo a pranzare, dopotutto mi è venuto un certo languorino.



Il resto del sentiero che mi manca per arrivare alla macchina lo avevo già fatto nell'uscita sul Sentiero del Fiume e sapevo che mi aspettava un tratto che non mi è molto simpatico di sali e scendi.


Ecco dove arriva il Sentiero del Fiume.


I panorami che si gustano dal sentiero n°15.


Un particolare di una cascata che si incontra sul sentiero di fondovalle.


Targhetta.


Bivio dove probabilmnete sarei uscito se non avessi tagliato sulle proprietà del signore di Era Alta.


Ed ecco spuntare un cartello familiare......


.......anello della giornata: CHIUSO !!!!!


Ritrovo la Santa Maria che a sorpresa trovo aperta.


Mi infilo nella corte per scoprire cosa si nasconde dentro.


Riesco a vedere anche parte dell'interno della chiesa.


Sbircio anche nel ristoro....



....e scopro che vi è la possibilità di mangiare perchè non è altro che un agriturismo.


Girovagando tra le sale noto una porta che dà verso l'esterno, mi dirogo a vedere cosa si riesce ad osservare da quella terrazza e con somma meraviglia rimango stupito da ciò che vedo.

Lasciata la chiesa, non mi rimane che ripercorrere tutta la via crucis fino a tornare al nucleo di Sonvico dove ritrovare la macchina parcheggiata.


Considerazioni finale: "L'uscita non è difficile, mi è sembrato un percorso che aumentava di difficoltà man mano che si avanzava....dal sentiero turistico, si passa ad un sentiero molo ripido, per poi trovare delle catene e passare ad un sentiero attrezzato per poi finire in bellezza in una ferrata, il tutto in cresta..... con la cigliegina sulla torta finale:..... suonare a più non posso la campana di vetta!!!! E' stata una bella soddisfazione fare questo percorso"

FINE

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