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Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

martedì 18 maggio 2021

Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando: 18 maggio 2021
Chi c'era: Adelina, Tiziano ed Alaska
Percorso: Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) - Ponte della Pescia - Valle del Bugno - Foppe (1368m) - Corna - Ponte delle Corna (1030m) - Ponte di Vicima (1130m) - Cosaggio - Ronco - Ponte della Pisaferia (1100m) - Campo Tartano (1070m)
Sentieri: Sentiero dei Ponti - 163 - 127
Difficoltà escursionismo proposta: E (escursionistico)
Difficoltà ferrata: -
Difficoltà alpinistica proposta: -
Tipo di salita alpinistica proposta: -
Difficoltà cane proposta: il percorso è adatto ai cani.
Logistica cane: porre attenzione ai tratti esposti e valutare l'oscillazione dei ponti.
Acqua: presenza di numerose fontane e corsi di acqua, bar e ristoranti in zona.
Tempo stimato dalle guide: 3 h. 30 min. l'intero anello. 
Tempo nostro relativo all'uscita: 6 h. l'intero anello.

Partire letteralmente nel cielo per finire in uno dei gironi dell'inferno, per poi risalire nuovamente 
".... a riveder le stelle."



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Eccovi la traccia dal satellite del percorso fatto.


Oggi faremo il giro di cinque ponti nella Val Tartano di cui il primo è il più alto d'Europa tra i ponti tibetani. Lasciamo la macchina a Campo e già dai parcheggi, troviamo le indicazioni per seguire il percorso che faremo oggi.


Camminando nel paese, seguiamo i cartelli che ci portano a prendere un sentiero in mezzo ai prati che ci porterà al chioschetto del pedaggio per prendere il biglietto ed attraversare la valle nel cielo.


Un piede avanti all'altro, dopo l'altro, dopo l'altro e con un po' di dondolio, passiamo indenni. La sensazione è forte e si percepisce l'ambiente circostante dove ci troviamo. Alaska, verso la metà, nel punto con più movimento ondulatorio, un piccolo sussulto lo ha provato ma fortunatamente ci eravamo noi al suo fianco ad infondere fiducia e tutto è filato liscio, anzi, una volta dall'altra parte ha anche accennato a volere tornare indietro e riprovare a passare.


Sotto di noi la Val Tartano con il suo torrente e la diga di Colombera.


Ecco qui il ponte nella sua totale lunghezza.


Per chi è venuto a percorre solo il ponte, oltre che a tornare sui propri passi, può anche prendere il sentiero che scende verso la diga e risale sul versante opposto, in modo tale da fare un mini anello. Noi invece, prenderemo il "Sentiero dei Ponti", un percorso fatto apposta in zona che attraversa cinque ponti nella valle, un percorso escursionistico molto panoramico che attraversa la valle.


Iniziamo a percorre il sentiero nominato anche 163 che si snoda nel primo nucleo di Frasnino dove troviamo anche un area picnic e dei ristori. 


Il sentiero inizia a lasciare la civiltà...


...ed incomincia a salire lungo il pendio, circondato dalla pineta.


Seguiamo sempre le indicazioni chiare del percorso da svolgere ed iniziamo ad attraversare numerose gole.


Incrociamo un bivio dove poter scegliere se intraprendere un percorso EE ma noi scegliamo di restare sul percorso base E.


Durante tutta la nostra uscita, incontreremo fontane e corsi d'acqua dove poterci dissetare anche se, da un certo punto dell'uscita, l'acqua inizierà ad avere un'aggiunta ed un colore tipico di un elemento che in questi luoghi si trova in modo abbondante.


Alle nostre spalle, le maestose cime dei monti del gruppo del Masino: il Pizzo Badile, il Pizzo Cengalo, i Pizzi del Ferro e la Cima di Zocca.


Giungiamo all'incontro con il secondo ponte: IL PONTE DELLA PESCIA o PUNT D'IL PELANDI.
Un piccolo ponticello in legno che aiuta ad attraversare una gola.


Proseguiamo avanti ed incontriamo altre numerose gole che oltrepassiamo senza l'ausilio di ponti ma attraversando semplici guadi.


Il sentiero rimane sempre ben segnalato e riconoscibile.


Usciamo dal bosco per ritrovarci nella parte bassa di una fascia di prati con la possibilità di avere un panorama più aperto.


Seguendo sempre le indicazioni, continuiamo la nostra uscita lungo il sentiero per attraversare la Valle del Bugo.


Giungiamo ai prati delle Foppe (Fopp) dove incontriamo un piccolo nucleo di case in mezzo ad un prato.



Incontriamo ora un bivio, se si sceglie di andare a destra si ha la possibilità di dirigersi verso Corte ed al Pizzo della Pruna ma noi deviamo a sinistra ed iniziamo a scendere in direzione di Corna.


Attraversiamo dei ruderi di baita assediati dalla boscaglia e continuiamo a scendere.


Arriviamo a Corna dove incontriamo anche l'arrivo del sentiero EE incontrato poco dopo la nostra partenza.
In questa località troviamo anche la sorgente del rame (L'AQUA DELA RAM).


Questa sorgente fornisce una particolare acqua ferruginosa cui si attribuivano particolari qualità terapeutiche.
Noi abbiamo solo constatato che ha un sapore disgustoso.... 😂


Proseguiamo la nostra discesa ed attraversiamo il torrente scaturito dalla sorgente. Da qui in avanti, tutta l'acqua che incontreremo avrà un colore arancione/rossastro, tipico del ferro arrugginito.


Siamo arrivati al terzo ponte: PONTE DELLE CORNA.
Una ventina di metri più in basso scorre il torrente Tartano che infuria prima di gettarsi in una gola ed intorno a noi una strana presenza demoniaca sembra invitarci a proseguire oltre ed a non indugiare.


Lasciamo alle spalle anche questo ponte di legno sostenuto da spesse funi d'acciaio.


Iniziamo a risalire la parte opposto della valle, quella dove passa la strada principale che collega tutti i paesini.


Incontriamo un bivio dove continuiamo a seguire le indicazioni per il sentiero dei ponti ed il numero 163.


Ancora un altro bivio, questa volta la scelta ricade se, andando a destra, incontrare la strada "nuova" o deviare sinistra e proseguire su quella "antica". Noi restiamo/prendiamo quella "antica".


Con un breve dislivello in discesa, ci abbassiamo nella gola portandoci esattamente sotto al ponte stradale.
Quarto ponte: PONTE DI VICIMA.


La storia di questo ponte risale al 1956, quando il Ministro della Repubblica Ezio Vanoni, con un discorso al Senato a ridosso del boom economico del dopoguerra, volle edificare un collegamento principale in una valle per aiutarne il suo sviluppo.


Noi invece, passeremo dal vecchio ponte sotto di esso e passeremo per una piccola galleria scavata nella roccia che serviva per collegare il punto più idoneo a creare un ponte di passaggio al paese vicino di Cosaggio.



Buffo come il sentiero termina passando pochi metri in una proprietà privata all'interno di una azienda agricola.


In ogni caso, seguendo sempre le indicazioni, passiamo in mezzo al paesino...


...e andiamo a riprendere la vecchia mulattiera di collegamento.


Questa mulattiere passa poco sopra la carrozzabile evitando di camminare in mezzo alla strada e ripercorrendo l'antica via di collegamento.


Anche qui incontriamo dei bivi per delle biforcazioni che portano agli alpeggi ed alle valli limitrofe, noi seguiamo il sentiero 127 dando priorità al "Sentiero dei Ponti".


Alle nostre spalle la restante parte della Val Tartano.


Il percorso prosegue per i paesini e le località collegate come Ronco e la contrada di Furfulera che precede il quinto ed ultimo ponte dell'anello, il PUNT DE LA PISAFERIA.


Quest'ultimo ponte crediamo che sia il ponte di sassi utilizzato dalla strada carrozzabile che si vede poco sotto dalla mulattiera, di questo ponte però, non abbiamo fatto nessuna foto, ci siamo purtroppo dimenticati. Con l'approssimarsi dell'arrivo dell'uscita, riusciamo ad intravvedere meglio il lago artificiale della diga di Colombera


Manca poco alla chiusura dell'anello.


Un ultimo piccolo ponticello in legno a servizio della vecchia mulattiera, con al suo fianco, quello nuovo in cemento a sevizio della nuova pista agro-silvo-pastorale che sale all'Alpe di Piazzo.


Il bivio di collegamento tra la mulattiera e la strada che in altri pochi muniti di cammino, riporta a Campo, concludendo l'uscita e l'anello.


In prossimità del paese, è doverosa una piccola deviazione alla sella erbosa che costituisce il culmine della Val Fabiolo, scavata dal ramo del ghiacciaio che nel quaternario modellò la Val Tartano.

CONCLUSIONI FINALI

Percorso molto panoramico, il ponte tibetano più alto d'Europa vale la fama che si è creato come anche gli altri ponti sull'omonimo sentiero e se non si è camminatori, basta fare l'anello ponte/diga. C'è da dire una cosa importante però: questo luogo è a misura d'uomo, ciò significa anzitutto pensare a chi ci abita, ai suoi bisogni e a i suoi desideri, non è un posto da "assalire" anche perché non lo permette; è quindi necessario programmare in anticipo l'uscita, comprare on-line i biglietti contingentati del ponte e rispettare la natura e gli abitanti del posto.


FINE

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