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Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

domenica 18 novembre 2012

Alpe del Vicerè - Monte Boletto - Monte Bolettone - Monte Palanzone - Pizzo dell'Asino 17-11-2012

Quando: 17 novembre 2012
Chi c'era: Tiziano, Adelina e Dritan 
Percorso: Alpe del Vicerè (900 m) - Baita Patrizi (986 m) - Bocchetta di Molina (1116 m) - Monte Boletto (1236 m) - Bocchetta di Molina (1116 m) - Monte Bolettone (1317 m) - Capanna Mara (1125 m) - Bocchetta di Lemma (1115 m) - Bocchetta di Palanzo (1210 m) - Monte Palanzone (1434 m) - Rifugio Riella (1250 m) - Bocchetta di Palanzo (1210 m) - Pizzo dell'Asino (900 m) - Bocchetta di Lemma (1115 m) - Capanna Mara (1125 m) - Alpe del Vicerè (900 m)
Difficoltà escursionismo: T (turistico) E (per escursionisti)
Tempo: 8,5 h per l'intero tragitto comprensivo di pause

Va.. va... vavavum!!!!! Visto che non ero riuscito a fare niente nelle settimane precedenti causa tempo ed imprevisti..... visto che tutti gli altrti invece sono riusciti a fare qualcosa mentre io ero a casa a rodere..... visto che sono anche un pò una testa di quiz.....
20 km..... 8,5 ore di tragitto...... 4 cime inanellate consecutivamente......
VA....VA.......VAVAVUM !!!!!!!!!!
Ho recuperato tutto in un'unica giornata!!!!!!

Le singole cime le conoscevo solo di nome, mi è bastato solo vedere in internet se qualcun'altro avesse avuto la mia stessa idea e la cosa.... è fatta!!


Partiamo dal parcheggio dell'Alpe del Viceré, non conoscendo la zona abbiamo chiesto un po' in giro con scarsi risultati così ho deciso di parcheggiare nel parcheggio a pagamento e poi decidere sul da farsi.


Troviamo un percorso fattibile tramite una mappa posta su un cartello indicatore ed iniziamo a camminare lungo una strada sterrata.


La percorriamo fino ad incontrare dei cartelli segnavia che non ci convincono a pieno, sfrutto il mio senso dell'orientamento e decido quale scegliere. Scelta giusta, il percorso ci porta ad un bivio con le indicazioni giuste.


Verso la baita Patrizi, la nostra prima meta.


Il percorso è tranquillissimo, in leggera discesa, si cammina immersi in un bosco nei pieni colori autunnali. La baita Patrizi è dedicata alla Brigata Patrizi e durante il percorso si incontrano ricordi lasciati dagli Alpini.



Sotto un bellissimo albero arancione controlliamo se il percorso è quello giusto.


Autunno nel bosco.


Durante il percorso vi sono sparse numerose panchine.


Il sentiero è tenuto benissimo.


Vicini alla baita si trova una sorgente.


Rapiti dai colori.





Sembra addirittura un tunnel fatto di alberi.


Eccoci arrivati.



Proseguiamo la nostra uscita in direzione della Bocchetta di Molina.


Proprio dietro la baita troviamo un prato con tavoli e sedie, un buon posto per un pic-nic.


Proseguiamo oltre.


Un albero attira la mia attenzione.



Bivio ingannatore.... se non si vuole ricevere una schioppettata nel didietro..... scegliete la strada di destra.


Croce commemorativa.


Pausa....... pausa...... pausa......quando la natura chiama... chiama!!!!



Adesso il sentiero lascia il bosco e si immette nella radura che porta in cresta.



Peccato però che non si vede niente a causa della nebbia.


Arrivati alla Bocchetta di Molina.


Adesso, secondo il nostro programma, ci dirigiamo verso il monte Boletto per poi ritornare a questa bocchetta. Come al solito, in queste tipologie di sentiero, c'è sempre la possibilità di optare o per il sentiero di cresta o per il sentiero di sponda, finché ne ho la possibilità, scelgo sempre quello di cresta.


Altro bivio per arrivare nella medesima meta.


A sorpresa, la natura ci fa' un regalo inatteso: un campo pieno di gocce di acqua che non evaporando a causa della forte umidità, ricoprono l'intero prato.



Ci camminiamo dentro per parecchi metri bagnandoci gli scarponi.


Subito dopo il campo di acqua, troviamo un campo pieno di erba altissima da sembrare di essere in piena giungla...... ma gialla!!!


Cima del Monte Boletto...... con nebbia.



Prima cima raggiunta.


In mezzo alla nebbia si intravede anche una costruzione..... negli anni '50, questi prati, venivano solcati da sciatori e qualche rimasuglio di quei tempi è resistito alle intemperie.


Torniamo indietro dalla stesso sentiero ed il cielo, ogni tanto, ci lascia passare qualche raggio di sole.








Io continuo a cercare di stare in cresta, mentre Adelina e Dritan prendono la strada comoda della sponda.


Rieccoci al bivio di prima..... con più visuale.



La strada per tornare alla bocchetta di Molina è più visibile.


Alla fine scelgo anch'io la strada più facile... ma solo perché ero curioso di vedere una parte nuova della montagna.


Torniamo alla bocchetta.


La nostra prossima meta è il Monte Bolettone.


Su questa stratta riusciamo a vedere anche le città dislocate sul lago di Como.


Qui i sentieri sono molto più ripidi e, con l'aggiunta del fango, l'ascesa diventa più difficile.


Cresta o sponda? ......cresta!!!!!


Ecco il tratto più ripido, anche se non si vede perché nella nebbia, credetemi sulla parola.


Passata la salita infida riusciamo a vedere la vetta.


Foto, prima che mi riscappi nella nebbia.


Qui si vede bene tutta la strada che porta alla cima.



Verso la fine incontriamo sul sentiero uno strano bosco.... immerso nella nebbia..... estremamente fiabesco.... con una punta di terrore.


Mentre a due passi..... un cielo blu e l'erba gialla accesa.



San Primo e Palanzone spuntano dalla nebbia.


Qualche panorama.



Dritan ci fotografa mentre arriviamo anche noi....


......alla vetta!!!! La seconda!!!!!



Ottima cima con panorami stupendi..... peccato per la nebbia.


Dritan con sullo sfondo le due prossime mete.


Quota 4000 metri.


Peccato, peccato... davvero peccato per la nebbia.


Foto strana del boschetto sotto la croce.


Oltre alla croce vi è anche il rifugio, solo che è chiuso da anni.



Che dire ancora......a si, gruppo delle Grigne.


Adesso la prossima meta è il pranzo alla Bocchetta di Lemma dove troveremo la Capanna Mara.


Qui purtroppo non riesco in tempo a scegliere la cresta e non mi tocca che seguire quei due sul sentiero di sponda.


Sentiero esposto decisamente a Nord.


Eccoci arrivati, si vede laggiù il rifugio.


Bocchetta di Lemma.


Bosco di pini che affianca il rifugio.


Capanna Mara.


Qui è già natale!!!!!


Pranzo.....pausa.



Dopo esserci rifocillati, proseguiamo in direzione delle nostre ultime due mete.


Ecco in fondo il Palanzone.


Tramite un sentiero in ombra, torniamo alla bocchetta di Lemma. Alquanto lunga.



Madonnina posta sul sentiero.


Continuiamo oltre la bocchetta.


Incontriamo il bivio per il Pizzo dell'Asino ma, con mia magnanima bontà, lascerò per ultimo.


Saltando la cima, il sentiero diventa una strada per jeep che porta al rifugio Santa Rita.


Arrivo alla bocchetta di Palanzone.



Da qui a breve il bivio tra il rifugio e la cima.


Ovviamente scegliamo la cima.


Anche se risulta alquanto in piedi il percorso da fare.



Panoramica.


Ci siamo quasi.... arriviamo anche noi....


....in cima!!!!!!


Ed eccoci alla nostra terza vetta.



Strani giochi di luce e nebbia.



Pausa con del thè caldo.....


.....rubato a me!!!!!


Andiamo adesso a vedere bene la cima.
A nord il San Primo.


All'interno un piccolo altare.


Panorama sulle Grigne... Resegone..... Corni di Canzo....Barro.... Cornizzolo......


Autoscatto.


Già che ci siamo, non possiamo non andare a vedere il Santa Rita.
Scegliamo quindi di percorrere la cresta che porta rapidamente al rifugio.


Mooooolto rapidamente.


Già arrivati!!!!!





Lasciato il rifugio, torniamo alla Bocchetta di Palanzo da comoda strada sterrata.


Questa volta, tocca al Pizzo ad essere conquistato.


Da questo lato il dislivello è minimo.


Ultima vetta.....


.....batti un cinque!!!!


Dal Palanzone al Pizzo dell'Asino.


Scendiamo dal Pizzo in direzione della Bocchetta di Lemma.


Ultimo saluto al Palanzone.


Discesa spaccaginocchie.



Di nuovo verso la bocchetta di Lemma.


Il tramonto ci ha raggiunto.



Bocchetta di Lemma.


Fino a tornare alla Capanna Mara.


Da qui, una ad una, le nostre batterie ci lasciano.
Decidiamo di fare una piccola merenda prima di intraprendere l'ultimo tratto di percorso che si svolge su strada sterrata.


Durante la discesa all'Alpe del Viceré si incontra questo crocefisso......


......una fontana con acqua non potabile e questo strano monumento.


Poco prima che la strada diventi asfaltata, vi è situato l'ultimo rifugio.



Giunti infine alla macchina, ci sembrava giusto concludere la giornata con qualcosa di dolce..... dolce come l'esperienza di oggi. 


FINE

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