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Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

sabato 7 dicembre 2013

Cima Scoggione 07-12-2013

Quando: 07 dicembre 2013
Chi c'era: Tiziano 
Percorso: Acqua la Fevra (456m) - Fontanedo (599m) - Monti Rusico (743m) - Alpe Prato (958m) - Pian di Formica (1218m) - Bancol (1507m) - Alpe Scoggione (1575m) - Baita del Lago (1700m) - Cima Scoggione (1705m) - Baita del Lago (1700m) - Alpe Scoggione (1575m) - Bancol (1507m) - Pian di Formica (1218m) - Alpe Prato (958m) - Monti Rusico (743m) - Fontanedo (599m) - Torre di Fontanedo (540m) - Acqua la Fevra (456m)
Difficoltà escursionismo: E (escursionistico)
Tempo: 3,5 h l'andata, 4 h il ritorno

Continua la scorribanda dell'omino solitario tra i monti Lariani...... dove sarà andato oggi? Oggi è andato verso la luce come una mosca incontro al bagliore di una lampadina accesa, come una zanzara allo zampirone elettrico.......come il capitano Achab verso la sua balena bianca!!!!




Vi ricordate l'ultima uscita? In una foto scattata mentre scendevo da San Bartolomeo dopo aver asceso il Berlinghera, compariva una croce luminosissima su un satellite del Monte Legnone, non era la prima volta che la vedevo e mi ero sempre chiesto cosa fosse...........oggi......."balena a vabordo capitano !!!!!!!!!!!!!!!". Dopo un po' di peripezie in internet e qualche chiamata in giro, compongo il numero giusto e mi risponde Valerio, gestore del rifugio Scoggione che mi da' la notizia che aspettavo "...la croce che si illumina? Si è questa....". Mi basta, non voglio sapere altro, ci vado...... solo che non presto molto attenzione sul nome della cima dove vi è posta la croce..... così, onde evitare, programmo un'uscita che tocchi i più alti punti in zona e visto che non mi faccio mancare nulla, progetto un anello che risulterà impraticabile già da subito a causa delle condizioni del luogo, poco importa, se non è oggi, di sicuro è domani. Partenza da Robustello, Acqua la Fevra, qualunque sentiero poi farò, mi riporterà alla base. P.S.: mi scuso se le foto non sono venute bene, ma devo ancora imparare a farle in situazioni di scarsa luminosità.


Questo lato del Legnone è per me completamente nuovo, abituato a salirlo dai Roccoli, mi sembra di essere completamente immerso in un altro contesto, poi se aggiungiamo la parete nord che mi fa' da sfondo e da guida....


Seguo le indicazioni per Fontanedo percorrendo una strada sterrata.


All'orizzonte si presenta la sagoma della torre dell'omonima località, in programma da visitare al ritorno.


La segnaletica è stata fatta di recente per mano del CAI di Colico ed è sufficiente per non perdersi.



Arrivo a Fontanedo per poi proseguire in direzione dell'Alpe Scoggione percorrendo il sentiero 1B.


Sempre a Fontanedo vi è la possibilità di prendere il sentiero Bregamin, numerato 3, che porta direttamente a Bancol tramite percorso diretto e molto irto. Io non ho tanta fretta e valutando la possibilità di vedere più panorama con il sentiero 1B decido di continuare sulla mia strada.


Un muro impenetrabile si para davanti a me, un monito di paura a chi vuol salire in cima alla montagna.


Percorrendo in salita il percorso, si trovano spesso delle deviazioni secondarie ma fortunatamente, la segnaletica ti indirizza nella giusta direzione.


Monti Rusico, paesino montano.


Anche qui, vi è la possibilità di deviare per il Bregamin, io continuo sul mio 1B.


Il sentiero si snoda tra i boschi e la possibilità di avere un panorama pulito da visionare è scarso, non per questo è da snobbare, anzi, con tutte le foglie cadute a terra, i rami compongono migliaia di cornici.
L'Adda che si tuffa nel lago di Como.


Quelle forme mi sono famigliari..... scherzo, sapevo di vedere il Berlinghera, è un altro motivo di scelta della meta di oggi.


Riesco a trovare un piccolo spazio dove fare una panoramica sul lago con Piona e Colico ancora nell'ombra del mattino.


Adesso il percorso si immerge maggiormente nel bosco e bisogna stare attenti ai segnali colorati sugli alberi ed agli ometti sparsi in giro perché le foglie a terra cancellano la traccia coprendola.


Inizio anche a pestare la neve.... o più precisamente, il ghiaccio del sottobosco.


Giungo all'Alpe Prato, letteralmente gelata.



Continuo a salire nel bosco con qualche difficoltà di orientamento, come accennato prima, e devo prestare massima attenzione nel ricercare i segnali dipinti sopra ai tronchi degli alberi, per quanto riguarda a terra, i segali in pittura non si vedono, gli unici segnali presenti sono degli ometti segnalatori.
Un enorme faggio.


Pian di Formica, un ottimo punto per riposarsi e bere un sorso prima di proseguire.


Da adesso in poi, il sentiero prende l'aspetto tipico del Legnone: grosse rocce affioranti dal terreno segnano il percorso da fare.


Rimangono sempre visibili i segnali.


Bancol, dove il sentiero Bregamin (n°3) si congiunge e....


.....permette di avere un piccolo balcone sulle sottostanti città....


.....e sul Monte Legnoncino.


Continuando la salita ci si imbatte in un cancello che ricorda ai passanti di essere in zona di pascolo e di chiuderlo al passaggio onde evitare che mucche e capre scappino a valle.


Seguendo i cartelli, non ci si sbaglia.


Ponticello artificiale.


Ed eccomi finalmente quasi arrivato. Passato il ponticello, la quantità di neve si  fa' maggiore ed aumenta man mano che proseguo; finché rimango sulla traccia battuta, non ho avuto problemi. Si esce dal bosco e l'imponente Legnone dà il suo benvenuto.


Rifugio Scoggione 3 minuti.


Ecco finalmente vedersi anche una croce, la croce della Cima Scoggione.


Le tempistiche dei cartelli avevano ragione, ed infine, eccomi qui al Rifugio Scoggione.


Segnavia del rifugio.




E' giunto il momento di fare due calcoli. L'idea principale dell'uscita era quella di raggiungere la cima del Monte Colombano, distante ancora circa un ora di cammino dal rifugio in direzione della cima del Monte Legnone, ma visto l'orario e le condizioni della neve, l'impresa sembrava non potersi attuare. In ogni caso, giunto fino a qui, remore del giro di cime programmato e dopo aver chiaccherato con Valerio, gestore del rifugio, decido comunque di proseguire in direzione di una Baita posta poco sopra e di andare a vedere la famigerata croce che dal basso sembra un enorme faro. Una volta giunti alla croce, deciderò il dafarsi.
Proseguo quindi seguendo una pista battuta da Valerio per dirigermi al piccolo altopiano limitrofo.


Passo sopra ad un ponticello in legno e mi rendo conto che sto percorrendo una via "costruita" dagli alpini durante la prima guerra mondiale per poter spostare le truppe ed i cannoni sui versanti della montagna. La neve impedisce di poterla vedere nella sua completezza ma le parti che ne affiorano rendono benissimo l'idea di quanta manovalanza sia servita per ammassare sasso sopra sasso tutta l'intera opera.


Arrivo al bivio dove scegliere se proseguire verso il passo del Colombano e poi sulla sua rispettiva cima o prendere la Direttissima per il Legnone. Le tracce presenti erano solo quelle verso la Baita, così decido di seguirle.


Faccio allora un giro alla Baita del Lago, guardandomi attorno per vedere le costruzioni.


La parete nord del Legnone vista da così vicino è impressionante.


Come è impressionate la vista verso valle.


Mi guardo attorno per decidere cosa fare: non vedo altre tracce, penso che se devo battere la pista ci impiegherò più di un ora a salire, poi devo anche scendere con la possibilità di fare il sentiero di ritorno al buio, inoltre vorrei anche vedere la croce di Scoggione e la torre di Fontanedo ed il tempo a mia disposizione in questa giornata di inverno è ancora più limitato essendo in un versante a nord. Non voglio trovarmi a percorre un sentiero in discesa al buio dove il ghiaccio e le foglie secche ne fanno da padroni........ Deciso, la mia metà finale di oggi rimarrà la Cima Scoggione. Adesso, con tutto il tempo a disposizione, mi permetto di vagare a zonzo per la piana dove mi trovo per godermi il panorama che ha da offrire.


Scorgo un possibile balcone in lontananza e mi dirigo nella sua direzione per vedere cosa ha da offrire. 


Certo che qui il vento si fa' sentire parecchio, tanto da aver spazzato via circa mezzo metro di neve e lasciato allo scoperto l'erba sottostante. Mi allontano dal burrone e vado alla ricerca della croce. Eccola, e chi si sarebbe immaginato che una luce così potente provenisse da una croce così esile ?!


Mi arrampico sulla piccola cima dove è posta la croce e da qui, osservo il mondo.


La piana del Pian di Spagna....


.... il laghetto di Piona.....


..... ed il lago di Mezzola.


Continua a stupirmi questa croce.


Vista l'ora ed un buco nello stomaco, decido di ritornare al rifugio e di accettare l'invito ad entrare a scaldarmi un po' offerto da Valerio al mio passaggio. Ripercorro a ritroso il sentiero fatto passando dalla Baita del Lago.



Ridiscendo il crinale verso l'Alpe Scoggione....


...e mi intrufolo nel rifugio al caldo a bere una tazza di thè. Oggi il rifugio è chiuso ma il gestore è presente perché un gruppo di ragazzi ne ha richiesto le chiavi per passarci il fine settimana, allora, diligentemente, è venuto a scaldare l'ambiente ed a vedere che sia tutto pronto per ospitare gente.


Dopo una chiaccherata ed una rinfocillata, inizio a scendere in direzione del paese con in mente di fare visita alla torre.


Ultimo saluto al rifugio.


Il percorso di discesa è il medesimo della salita con la differenza che mentre cammino il mio sguardo è rivolto verso valle a vedere l'ambiente circostante che mi ero perso nell'andata.


Ripasso da Bancol....


..... con la sua vista in versione tramonto.


Noto anche un cartello divertente che non avevo letto durante la salita.


Tocco l'Alpe Prato, con la sua fontana ghiacciata.


Mi ritrovo ancora al punto panoramico della mattina sopra Rusico.... anch'esso in versione tramonto.


Passo per Rusico e Fontanedo.....


....e già che ci sono, faccio una piccola deviazione per bere da una fonte nelle vicinanze....


.....proprio sopra la chiesa di Sant'Elena.


Poco sotto al cartello stradale e segnaletico di Fontanedo, incontro il mio bivio che mi porterà a visitare i ruderi della torre. Volendo esiste un giro ad anello proprio con lo scopo di visitare questi luoghi ed è segnato sulla mappa con AF "Anello di Fontanedo".


Percorro il sentiero che attraversa il bosco....


.....seguendo sempre le indicazioni presenti.


Noto voltandomi verso la strada percorsa che è spuntata la luna nel cielo.


Eccomi alla torre. Una torre risalente al 1357, tipicamente medievale, costruita per proteggere il territorio e l'importante via di comunicazione della Scalottola, ora nota come Sentiero del Viandante.



Prima di visitarla, trovo il cielo libero dai rami e scatto qualche foto al Legnone con la luna.




Mi sarebbe piaciuto visitare il luogo con la luce del tramonto ma sono arrivato troppo tardi.



Il posto è molto suggestivo, sembra di entrare in una piccola cittadina medievale completa di tutti i servizi...


...... dalla terrazza panoramica....


.....alle terme....


......... al ristorante all'aperto.....


......per finire con l'auditorium.


Dopo aver visitato con un po' di fretta il luogo per paura del buio imminente, continuo a seguire le indicazioni che mi riporteranno all'automobile, seguendo la strada cementata che porta a Robustello.


Eccomi quasi al termine.... 


.... da qui lascio la strada cementata per seguire in salita quella asfaltata che....


..... attraversando un guado sul torrente Inganna....


..... mi riporta in pochi minuti al punto di partenza dell'intera giornata. Il tempo di cambiarmi, percorrere le strade di campagna e quelle di città per prendere la superstrada ed assisto al tramonto della giornata con le sue luci rosse e rosa che piano piano si scuriscono fino a diventare tutto buio.


Considerazioni finali: uscita interessante, contesto strepitoso, posti da rivedere prendendosi però il tempo necessario.

FINE

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