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Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

domenica 10 maggio 2015

Magnodeno, Cresta della Giumenta, Centenario, Caminetto (buco della Carlotta) 10-05-2015

Quando: 10 maggio 2015
Chi c'era: Tiziano, 
Percorso: Erve (595m) - Monte Forcellino (1003m) - Monte Magnodeno (1241m) - Ferrata Cresta della Giumenta - Sambuco (1226m) - Cima del Fò (1327m) - Capanna Ghislandi (1284m) - Passo del Fò (1284m) - Ferrata Centenario - Pian Serrada - Sentiero attrezzato del Caminetto o Buco della Carlotta - Passo del Fò (1284m) - Capanna Alpinisti Monzesi (1173m) - Fonte San Carlo (774m) - Gnètt (663) - Erve (595m)
Sentieri: 801 - 24 - 23
Difficoltà escursionismo proposta:  E (escursionistico) - EE (escursionisti esperti) - EEA (escursionisti esperti attrezzati)
Difficoltà alpinistica proposta: -
Tipo di salita alpinistica proposta: -
Difficoltà cane proposta: Da Erve alla cima del Magnodeno, nessuna difficoltà, si può evitare la cresta della Giumenta per sentiero alternativo (già riportato nel blog) per congiungersi con Capanna Monzesi e Capanna Ghislandi. Non adatte le vie ferrate ed attrezzate.
Logistica cane: Possibilità di appoggio al Bivacco del Magnodeno, Capanna Ghislandi e Capanna Alpinisti Monzesi (non ho chiesto la possibilità di entrata per i quadrupedi)
Acqua: fontana ad Erve, sorgente verso la cresta Giumenta, fonte nei pressi della Capanna Ghislandi, fonte nei pressi del Pian Serrada (non fare molto affidamento), fonte San Carlo ed ovviamente le due Capanne ed il Bivacco, se aperti.
Tempo relativo all'uscita: 1h 30min al Magnodeno, 2 h al Passo del Fò, 1 h la ferrata del Centenario, 1 h il Caminetto ed 1h 45 min. il rientro

I limiti di una persona umana si possono riassumere in due tipi: quello mentale e quello fisico.
Quello mentale si può addestrare e sviluppare per modificarlo ed a volte ingannarlo, quello fisico invece è più difficile perché, anche se allenato, il corpo non riesce, ma se riesce perché forte, ha comunque un conto da pagare: un'uscita in montagna si compone dalla partenza, dall'ascensione fino alla meta e, mai dimenticare, dalla discesa ed il rientro.


Con la Cresta della Giumenta avevo un conto aperto da più di 10 anni, è stato proprio su quel percorso che il mio limite fisico cambiò bruscamente creandomi problemi ad un ginocchio ed abbassando drasticamente le possibilità delle mie mete.....diciamo che con oggi ho avuto la possibilità comunque di fare quello che mi ero prefisso a discapito di quello (la mia mente) mi chiedeva di fare ad un certo punto.Come itinerario decido di percorrere il sentiero che sale da Erve per il Magnodeno, è più corto e meno impegnativo e poi preferisco scendere da quel versante e costeggiare il torrente, mi da una sensazione piacevole vedere l'acqua pura e chiara scorrere tra le rocce. Durante la salita devio leggermente solo per vedere la cima del Monte Forcellino che non è altro che una elevazione immersa nel bosco, volendo si può arrampicare per qualche metro e giungere sul punto di massima elevazione ma preferisco evitare visto il fogliame alto che ricopre la zona. Sbuco ad un cippo di confine....


....vicino al bivio dove l'altra via di salita si interseca.


Continuando fuori dal bosco, giungo in cima (volendo si può deviare dal sentiero a pochi minuti dalla cima prendendo la diramazione che si dirige a destra, evitando però la croce).


Percorro la strada in comune che collega la cima con il resto del Resegone e mi dirigo verso la Capanna Monzesi.


Giungo al bivio vicino alla sorgente dove l'altra volta con Alaska ho preso il sentiero a destra che salta la parte attrezzata e che porta al rifugio. Questa volta prendo la via ferrata. 


Ecco il sentiero che percorrerò oggi.


Un cartello in un piccolo boschetto dove si notano altre vie utilizzate pochissimo visto il loro stato di abbandono.


Qui inizia la ferrata, anche se sembrerebbe più un sentiero attrezzato, comunque il cartello è chiaro su cosa bisogna fare.


La via mi porterà sull'elevazione più alta e la sensazione di stare in cresta...


...si sente e si vede.


Foto di Lecco dalla cresta.


Il percorso è un susseguirsi di tratti di sentiero, di piccole arrampicate e di piccole disarrampicate.


Sempre più vicino alla prima elevazione e sullo sfondo il Pian Serrada e la cima del Resegone.


Cima del Fò.


Dall'altra parte i Piani d'Erna e la Grigna.


Davanti a me il muro di rocce dove troverò la seconda ferrata di oggi.


Dalla cima del Fò c'è un piccolo bivio: si può scegliere se scendere da un piccolo intaglio...


....o girarci attorno restando esposti.....


.....comunque entrambi portano alla stessa meta (a sinistra dell'albero isolato sul sentiero c'è la cengia, dietro, nascosto, l'intaglio). Dopo questa piccola "rotonda" arriva la parte più complessa: un camino da salire che porta all'ultima elevazione (in questo caso, è più ferrata che sentiero attrezzato). Comunque, volendo, si può aggirare alla base tramite sentiero....


...che si ricongiunge subito con il principale.


Fine della cresta, ora basta seguire il sentiero che passa accanto...


.... al Cippo degli Alpini, fino a giungere a Capanna Ghislandi....


.....al  Passo del Fò. Da qui la mia idea di salire dalla ferrata del Centenario e scendere dal caminetto.


Fino alla Capanna ho incontrato un numero normale di escursionisti ma una volta giunti ad un punto di ristoro mi si è parato davanti un muro..... oltre al muro della bastionata un muro di persone, ne avrò contate un paio di centinaio e tantissime stavano facendo la ferrata e molte altre erano in cima a fare gruppo. Pazienza, non ho fretta, mi preoccupa solo che dall'alto non scendano sassi, quindi mi accodo ed aspetto il mio turno.


La tipicità della ferrata consiste nei numerosi scalini fatti a pioli, ce ne sono davvero moltissimi.


La via resta prettamente nel canale....


....e spesso si rimane in ombra (almeno non mi ustiono come l'altra volta....ihihihihihhihi).


Classica foto con la capanna.


Mi ritrovo a salire in mezzo ad un gruppo del CAI proveniente dal Piemonte.



Ogni tanto, qualche staffa metallica che funge da gradino.


Pioli, pioli, pioli.....ed ancora pioli.


Un'altra staffa. Si rimane sempre al centro del canale....


......in ombra ad una temperatura piacevole, peccato però che dall'alto cadono spesso dei sassi mossi dalle persone che mi precedono (addirittura una persona estranea al gruppo è stata quasi insultata pesantemente perché non voleva legarsi alle catene......meglio se non commento)


Piccoli tratti dove ci si sposta per rimanere sempre in fondo....


.....alla gola.


Ultimo tratto verticale....


....dove la ferrata finisce e si spunta letteralmente alla luce.


Panoramica su Lecco e sulla Cresta della Giumenta.


Ad attenderci qualche aliante mooooooolto vicino alle nostre teste !!!!!


Cartello che segnala la fine.


Sopra di me la Ferrata Silvano de Franco, l'ultima fatica prima della cima del Resegone, ma.......ecco il mio limite fisico che si fa sentire. La mente combatteva e mi spingeva a continuare: "dai che riesci, l'hai già fatta, ancora un ultimo sforzo, sei capace ed hai ancora energia !". La voglia è immensa, la capacità c'è ma il corpo, ovvero il ginocchio mi ricordava: "i patti erano questi, ti ho portato fino qui, adesso devi scendere".


Mentre gli altri escursionisti proseguono lungo il sentiero verso monte,


io invece rivolgo la faccia a valle. Una promessa è una promessa, il giro prevedeva di scendere, già la mattina il dolore al ginocchio si faceva sentire, ero sicuro che se avrei proseguito sarei giunto in cima senza problemi ma a che prezzo? Rimanere poi bloccati e dover scendere zoppicando fino ad Erve senza poter fare il Caminetto? Per oggi devo accontentarmi, decido di scendere.


Appena usciti dalla ferrata del Centenario si trova l'indicazione del Caminetto o Buco della Carlotta, un sentiero attrezzato che collega anch'esso il passo sottostante con i piani dove mi trovo.


Inizio a scendere dal sentiero che risulta ripido e pieno di erba.


Anche qui si trovano tratti attrezzati per potersi legare.


........anche se le condizioni iniziali non sembrano buone, continuo la discesa.


Praticamente sto percorrendo il canale che affianca la ferrata.


Il famigerato buco !!!


Infilato dentro, ciò che si vede sopra...


...e ciò che si vede sotto.


Le condizioni del sentiero sono un po' pericolose: è un canale pieno di ghiaiai e pietre che si muovono, non sempre c'è la catena, ed è sempre abbastanza ripido. Ecco rispuntare la Capanna Ghislandi.


Giochi di linee.


L'ultimo tratto è un sentiero ripido e scivoloso...


....che porta direttamente al prato di partenza comune alla ferrata.


Adesso una bella pausa mangereccia me la concedo. La bastionata dove si riesce a vedere anche dove passa il sentiero del Caminetto con due persone (sarebbe quel pezzo di prato al centro della foto).


Dopo aver mangiato e bevuto mi appresto a fare il tratto di sentiero che non ho mai fatto e che porta dal Passo del Fò ...


....alla Capanna Alpinisti Monzesi.


Da qui seguo il sentiero che mi riporta ad Erve incrociando la deviazione dell'altra uscita.


Seguo lo stesso itinerario già conosciuto passando dalla Fonte San Carlo e dalla località Gnètt fino a giungere in città dove noto questo murale. 


Conclusione finale: ci sono voluti 10 anni per riuscire a concludere questo giro ed è sempre strano come la mente ed il corpo si comportano durante il sentiero che noi chiamiamo vita.

FINE

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