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Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

domenica 25 settembre 2016

Ferrata Gamma 2 al Resegone 25-09-2016


Quando: 25 settembre 2016
Chi c'era: Tiziano; Fabio, Federico, Martina e Fabrizio
Percorso: Funivia Pizzo d'Erna - Bocca d'Erna (1291m) - Piano Fieno (1167m) - Pian delle Bedulette  (1300m) - Dente (1810m) - Resegone (1875m) - Rifugio Luigi Azzoni (1860m) - Pian Serrada (1532m) - Pian delle Bedulette (1300m) - Bocca d'Erna (1291m) -  Funivia Pizzo d'Erna
Sentieri: 5-1-22A
Difficoltà escursionismo proposta: EEA (escursionisti esperti attrezzati) - E (escursionistico)
Difficoltà alpinistica proposta: -
Tipo di salita alpinistica proposta: -
Difficoltà cane proposta: percorso NON adatto ai cani
Logistica cane: percorribile i sentieri 5 ed 1 normalmente utilizzati per arrivare in vetta
Acqua: alla stazione della funivia ed al rifugio
Tempo relativo all'uscita: 5 h. l'andata, 2 h. il ritorno

Togliersi un sassolino dalla scarpa per festeggiare gli anni: fatto !!


La ferrata del Resegone è una tra le più difficili in zona, non è da sottovalutare, bisogna conoscere un po' di tecnica di arrampicata ed aver fatto qualche esercizio per irrobustire le braccia tanto quanto basta per potersi issare nei punti dove non si trovano appigli per gli arti. L'idea era quella di percorrerla da solo il giorno prima ma casualità ha voluto che si formasse un gruppetto.


Prendiamo una delle prime funivie per arrivare ad Erna ed imboccare il sentiero 5 che si dirige verso l'attacco e la cima del Resegone. In località Bedulette, subito dopo il crocefisso, si trova la diramazione che porta all'attacco della ferrata.


Ecco l'inizio della ferrata.


Questa ferrata è diversa dalle altre per alcuni motivi, uno dei quali è che la sua difficoltà si sviluppa in concomitanza con la sua lunghezza, ovvero: da facile diventa sempre più difficile.
Un consiglio che vorrei darvi è quello di intraprenderla solo se sicuri di quello che si stia facendo, con le dovute preoccupazioni in caso di insuccesso perché superato un certo punto, scendere senza corda risulta molto difficile.


L'inizio è davvero molto semplice, con dei risalti da fare dove si trovano numerose prese.


Un'altra tipicità della via sono i numerosi camini sparsi ovunque.


Prima di spostarci ed essere fuori portata, uno sguardo al Comera.


La ferrata si sviluppa in torrioni, tipo quella sul Monte Due Mani, ma numericamente inferiori, e tra l'uno e l'altro, si trova un sentiero di collegamento.


Sbucando su uno dei passaggi iniziali....


...mentre andiamo a prendere il successivo e più difficile del precedente.


Un'altra caratteristica della via è quella di affrontarla utilizzando la tecnica dell'opposizione in modo da farla risultare meno stancante, a patto che non soffriate di vertigini ad avere un piede da un lato e l'altro, dall'altra, con in mezzo il vuoto.


Nulla vieta di scegliere una parete ma in opposizione si fatica di meno.



Arriviamo al primo grande pianoro di collegamento dove si può osservare il successivo salto ed in alto, alla luce, il primo dei due passaggi chiave della via.


Sentiero di collegamento.


Ferrata dedicata a Carlo Mauri. 
Il mio consiglio è questo: tenete come riferimento questa targa, se siete arrivati qui con difficoltà e fatica, vi consiglio di tornare indietro, proseguire vuol dire rischiare.


Ci avviciniamo al secondo grande salto.


Prima di arrampicare, noto una flebile traccia di sentiero costeggiare la parete, potrebbe essere una via di fuga in extremis, solo che da quella parte, si va verso i canaloni.....e non so cosa sia peggio tra tentare di scendere dalla ferrata o provare per i canali.


Dietro di noi Erna.


Attacchiamo la bastionata.


In progressione, stando sempre attenti a lasciare il tratto di catena libero tra i partecipanti.


Dall'alto si vede bene il sentiero di collegamento.


Brevi spostamenti in parete.


Adesso la ferrata diventa ancora più difficile.


Se non si conoscono le tecniche di arrampicata si deve usare la forza di braccia ma se non se ne ha abbastanza anche per tutto il resto della ferrata ci si trova nei guai.


Si incontrano pezzi molto tecnici.
Ecco un punto dove bisogna issarsi con forza delle braccia se non si trova dove mettere i piedi.


La parete è molto verticale e più si avanza, più il vuoto sotto ai piedi aumenta....


....ci sono sempre dei piccoli "balconi" dove recuperare le forze.


Qui, uno di noi, ha, per la seconda volta, problemi di forza ed il gruppo è costretto a dividersi. 
Martina e Fabrizio torneranno indietro dalla ferrata e fortunatamente, senza l'ausilio del soccorso.


Io, Fabio e Federico proseguiamo fino ad arrivare al primo punto chiave della ferrata....


...sbucando fuori in una piccola piazzola per poter riposare un attimo.


Primo tratto impegnativo: traverso su parete liscia e vuoto sotto.


Parte per primo Fabio e lo supera senza problemi.


Qui si vede abbastanza il vuoto sotto ai piedi.


Vado io da secondo sfruttando il cavo di sicurezza durante il cambio moschettoni.


Foto scattata mentre mi chiudo superando lo strapiombo.


Come già detto prima, trovarsi stanchi o soffrire di vertigini in questo punto significa problemi.


Sotto, tutta la parte fino a giungere al traverso di collegamento tra i due torrioni.


Il terzo a passare è Federico, tutti e tre superiamo il tratto e ci ritroviamo a percorrere un nuovo sentiero di collegamento per la successiva bastionata con al suo termine, il secondo punto chiave.


La croce del Resegone.


Piccoli risalti.


Ecco la prossima bastionata da superare con il secondo punto chiave in cima: il canalone.


Ma prima, una piccola guglia da superare in modalità Carla Fracci.....ahahahaah, o alla Jean-Claude Van Damme, ma comunque si voglia dire...in spaccata.


Si parte in opposizione....


....per finire con le gambe aperte.


Meno male che non sono uno scozzese.....ahahahah.


Eccomi spuntare dopo aver recuperato entrambe le gambe.


Ora arriva al parte più coreografica della ferrata. Dopo aver percorso un sentiero in cresta....


...giungiamo presso una cengia simile a quelle che si possono trovare nelle Dolomite. 


Un sentiero abbastanza stretto e molto caratteristico.


La via prosegue verso la cresta finale.


Pian Serrada, Passo del Foo, la Giumenta ed il Magnodeno, dove si sviluppano altre ferrate.


Federico che spunta da un passaggio.


Eccoci al tratto finale.


Iniziamo con una parete abbastanza liscia.....



....per arrivare ad uno piccolo spazio sotto al camino per prepararsi all'ultimo sforzo.


Nel fare il camino occorre mantenere una certa distanza tra chi segue e chi precede, sia per non essere di intralcio ma anche perché piccole scariche di sassolini sono frequenti in questo tratto.


Sfrutto tutta la tecnica di arrampicata per non distruggere le braccia e faccio molte pause per recuperare le energie.


Le pareti sono lisce e bisogna sfruttare l'aderenza e la spinta di gambe per proseguire senza tirare la catena, o almeno, tirarla il meno possibile....


.....anche perché, lasciato il camino sotto di noi...


.....incontriamo un tratto staffato in leggero strapiombo da superare.


Usciti da questi ultimi 50 metri abbastanza fisici, si vede la fine.


Uscita dal camino.


Manca poco per arrivare in vetta e ci si arriva tramite un sentiero in cresta.


La vetta non è quella del Resegone vicino al Rifugio ma la cima chiamata Dente.


Ultimi metri.....


....per incontrare l'ometto della cima.
VETTA !!!!!


Adesso però dobbiamo raggiungere il rifugio e lo facciamo discendendo la cima per incrociare il sentiero delle Creste che ci porterà a mettere i piedi sotto ad un tavolo.


Piccola deviazione per toccare la croce di vetta.


Anche se io sono stanco morto....più per la camminata che per l'arrampicata.


Cima del Resegone.


Non resta che trovare un posto dove poter mangiare tra la miriade di persone presenti, ce ne saranno state anche 500 e molte formavano una fila per poter mangiare al rifugio; inoltre, si è formato il cappello di nuvole rinchiudendoci in una nebbiolina fresca che ci ha accompagnati anche in parte lungo la discesa dal sentiero 1 per poi, una volta giunti a metà percorso, sparire e lasciare l'intera montagna al sole.....ma questo ormai è un classico, come la nuvoletta di Fantozzi durante le ferie.


FINE

2 commenti:

  1. Strepitose le foto, tostissima la ferrata, ottima la relazione! Complimenti sinceri Tiziano ed auguri per il tuo compleanno ormai passato... Un abbraccio

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