Consigliato da noi in questo periodo

Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

sabato 31 ottobre 2020

Ferrata Picasass 10-2020

Quando: ottobre 2020
Chi c'era: Tiziano, Brembo, Simo
Percorso: Baveno (283m) - Monte Camoscio (890m) - Rifugio Papà Amilcare - Baveno (283m)
Sentieri: VM3 - VM3b
Difficoltà escursionismo proposta: EEA (escursionisti esperti attrezzati) - E (escursionistico)
Difficoltà ferrata: PD, con due passaggi D
Difficoltà alpinistica proposta: -
Tipo di salita alpinistica proposta: -
Difficoltà cane proposta: percorso NON adatto ai cani, il sentiero di rientro invece è percorribile
Logistica cane: -
Acqua: non presente lungo il tragitto
Tempo relativo all'uscita: 4 h. per l'andata (di cui 45 min. per l'avvicinamento), 1 h. 30min. per il ritorno.

La voglia di fare ferrate si è risvegliata, anche se non proprio nel periodo più adatto, voglia di rifare ancora una volta quelle già fatte non mi andavano proprio, così, con le dovute precauzioni e possibilità, faccio una trasferta in Piemonte.

Prima di ogni uscita, mi informo sul tragitto da percorrere e sulla difficoltà, grazie a questo --> sito <--, ricevo tantissime informazioni; esempio spettacolare di turismo informatico.



Il nome della ferrata "Picasass" è stato scelto in onore di tutte quelle persone, i "Picasass" appunto che fin dal '800 hanno lavorato all'estrazione e alla lavorazione del famoso granito rosa delle cave di Baveno. La ferrata offre lungo tutto l'itinerario un panorama eccezionale sul lago Maggiore, le isole Borromee e sulle montagne che circondano il lago stesso.


Oltre a me, alcune nuove conoscenze proveniente dal mondo ludico ( LARIOLUDENS ) decidono di aggregarsi e di provare questa nuova esperienza. Lasciamo la macchina dove ci viene suggerito ed iniziamo ad incamminarci consultando i segnavia posti nella vicinanza e prendendo il sentiero verso l'attacco.


L'avvicinamento avviene lungo una strada molto disconnessa (probabilmente a causa dei lavori in zona e del meteo avverso dei giorni precedenti) dove veniamo accompagnati da cartelli informativi riguardati la vita delle persone e dei lavori svolti nella cava limitrofe.


Giungiamo infine in un museo a cielo aperto dove lasciamo il sentiero principale per prendere il vero attacco alla ferrata.


Incontriamo il bivio dove si congiunge la via di fuga in zona "Cava degli Americani".


Questo invece è il bivio per la ferrata "La Miccia" posta sempre sul medesimo sperone, con l'immissione sulla Picasass ma con una difficolta molto più alta (MD moderatamente difficile).
Se vi state chiedendo il perché delle pose strane del resto della compagnia.... io non ho detto nulla e non stavo facendo nessuno scherzo...


Eccoci all'attacco della via dove una piccola piazzola permette ad un esiguo numero di persone di prepararsi con l'attrezzatura.


Iniziamo.
Questa scelta di itinerario è stata ponderata sull'idea di trovare un'uscita che potesse amalgamare diverse richieste:
1- ferrata mai fatta prima;
2- adatta ai neofiti;
3- con panorama eccezionale;
4- progressione alla francese;
5- possibilità di spazio per far passare gente.
Questa ferrata, soddisfava tutte queste caratteristiche.


La via è principalmente in aderenza, con rocce non levigate che permettono un'ottima presa delle suole delle scarpe.


E' sempre molto esposta al sole ma non mancano piccoli tratti con della vegetazione.


Cava degli Americani, dove troviamo anche una via di fuga.


Poco dopo la cava a fondo cieco, dove con una pila/torcia potete esplorarla fino alla fine, incontriamo il punto chiave della ferrata che consiste in diversi passaggi molto fisici e strapiombanti da superare con molta attenzione.


Proseguiamo sempre verso l'alto dove troviamo l'alternanza tra tratti su roccia e tratti su terreno.


Ogni foto fatta verso il panorama, permette di immortalare il lago Maggiore.


Un altro punto caratteristico è il ponte a funi, che volendo si può anche evitare, che aggiunge pepe all'esperienza.


La parte finale, abbassando la difficoltà, permette di godersi il tragitto che si sta per concludere.


Vetta del Monte Camoscio e fine della via ferrata. 


La pausa pranzo di oggi ha come vista l'abitato sottostante e gran parte del lago con le sue isole.


Il sentiero per il rientro passa accanto al rifugio Papà Amilcare che apre solo in occasioni speciali. Andiamo a vederlo per curiosità ma poi torniamo indietro e proseguiamo sul nostro sentiero di discesa.


Scendiamo costeggiando lo sperone della via di salita per poi allontanarci di poco per raggiungere il proseguo della strada che ci riporterà presso il museo a cielo aperto.


Lungo la via del rientro possiamo osservare le placche che ci hanno tenuto compagnia durante la salita e strizzando bene l'occhio, riusciamo anche ad intravvedere persone che la stanno salendo in quel momento.


CONCLUSIONE FINALE

Ottima ferrata per ricominciare e togliersi la ruggine, non da sottovalutare due passaggi ostici e molto fisici dove utilizzare comunque un po' di forza oltre che a tecnica, paesaggio spettacolare e giornata passata in spensieratezza, direi tutto sommato che ho raggiunto il mio obbiettivo.


FINE

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