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domenica 14 settembre 2014

Ferrata Monte Due Mani 14-09-2014

Quando: 14 settembre 2014
Chi c'era: Tiziano, Paolo, Ivan, Graziano e Mario
Percorso: Strada per Morterone (900m circa) - Monte Due Mani (1656m) - Strada per Morterone (1120m circa)
Sentieri: 36 - 34 - 22 - bollino rosso
Difficoltà escursionismo proposta: E (escursionistico) EE (escursionisti esperti) EEA (escursionisti esperti attrezzati)
Difficoltà cane proposta: ferrata non adatta ai cani, raggiungibile invece la croce da altri sentieri già proposti nel blog
Acqua: niente sulla ferrata ed in vetta, sul percorso di rientro, nel bosco, possibilità di rigagnoli da utilizzare solo in caso di emergenza
Tempo relativo all'uscita: 5 h per l'andata e 1,5 h per il ritorno 

Sull'onda del ferro, un'altra giro, un'altra corsa, un altra ferrata !!!



La ferrata del Monte Due Mani è caratterizzata dal susseguirsi di circa 10 torrioni dove, ad ogni inizio e fine, si incontra il sentiero che permette di saltare tratti di catena ritenuti troppo difficili. Molti usano questo sentiero anche come ritorno dalla ferrata. La partenza avviene in un piccolo parcheggio sulla strada per Morterone, la possibilità di trovare posteggio è molto esigua. 


Si indossano subito caschetto ed imbrago perché in poco più di 15 minuti, tramite irto sentiero numerato 36, si raggiunge l'attacco della via.


In cerca di un cervello.


La ferrata si presenta subito molto impegnativa, come giusto che sia, per allontanare chi per errore creda che sia un semplice sentiero di montagna.


Il panorama è strepitoso, complice anche la luce del mattino che spunta dietro al Resegone.


Di possibilità di fare foto a piccole guglie ed ai panorami si sprecano.... basta solo essere in posizione sicura con la giornata propizia.


Come dicevo prima, la prima parte richiede di lavorare di braccia con i piedi in aderenza intervallati da piazzole di sosta.


Torrioni del Due Mani.


La giornata sembrava tranquilla, fino quando a nonno Mario non inizia a scivolare la presa. L'umidità della terra mista a pietra ed erba, richiedono più attenzione del normale.


Si risolve tutto con corda e magnesite portata da Paolo.
(In montagna è importante saper far fronte alle emergenze)


Proseguiamo il nostro percorso intervallato dal sentiero tra un torrione e l'altro...


....seguendo una via di ascesa che personalmente non piace. Non fraintendetemi, la ferrata è curata, sicura ed è fattibilissima, è solo che non mi piace come mi obbliga a salire.... direi proprio che non mi piace.


Come accennato prima, qui si vede benissimo la possibilità di saltare il pezzo attrezzato seguendo il sentiero ripido che passa a fianco.


Inoltre, ad ogni attacco, ci sono scritte le indicazioni.


Ad ogni modo si prosegue e si sale.....


....controllando che arrivino tutti.


Si passa dal sentiero in mezzo all'erba...


....a pareti verticali, singhiozzando.


Targa apposta in via.


Il gruppo sale senza problemi.


La croce in cima non la si vede in quanto i torrioni fanno da cornice.


Una rincorsa prima del prossimo tratto attrezzato.....


....mentre indietro si può osservare questo.


Ancora un particolare sul sentiero.


Piano piano i torrioni si susseguono, uno dopo l'altro.


Ora inizia un capitolo a parte.

!!! ATTENZIONE !!!
DIFFICOLTA': MOLTO DIFFICILE, PER ESPERTI

Benvenuti al Torrione Discordia.
Questo torrione è l'ottavo che si incontra ed è differente rispetto a tutti gli altri.


Un cartello ne segnala la difficoltà ed è bene che si legga prima di scegliere se farlo od evitarlo.


La storia narra che...... Paolino, in un impeto di coraggio, decida di andare per primo mentre sono ancora intento ad osservare come venirne fuori in caso di problemi sul traverso esposto che attraversa la parete. Tutti quanti lo osserviamo salire utilizzando molta energia nelle braccia e sfruttando la sua altezza maggiore rispetto alla nostra.
(Nota personale: il gradino dove si trova Paolo è il punto dove decidere se proseguire o tornare indietro in quanto lo sforzo per raggiungerlo rende consci della fatica da applicare all'intera tratta)


La partenza avviene in strapiombo con l'ausilio di pioli raggiungibili solo con la mungitura della catena (o con altezza del corpo alla Paolo), iniziando ad utilizzare le energie.


Il tratto successivo si sviluppa in piena verticalità tra gradini di roccia e ferro...


....fino ad arrivare ad un tratto verticale ed in parte strapiombate con qualche staffa.


Penultimo tratto: la parete verticale molto liscia da fare con tecniche di aderenza.


Qui però parto io e di foto non ne ho.
L'ultimo passaggio avviene su una parete, sempre verticale, che aggira la punta e tramite altre staffe, deposita in cima. Anche in questo pezzo serve forza nelle braccia per issarsi a trovare buoni appigli e punti di equilibrio.
Io avevo deciso di affrontarlo con spirito da ferrata ma con un occhio a pose e passaggi tipici dell'arrampicata e del boulder, non sono stato molto ad osservare le prese per le mani ma ho notato che probabilmente vi è la possibilità anche di non utilizzare la catena ma bisogna tener conto di affrontando una parete con un grado di arrampicata assoggettato ad una persona con un livello intermedio/avanzato, certamente non adatto ad un novizio.
Questo torrione, rispetto al resto della ferrata, l'ho trovato al quanto stimolante ed interessante anche se, per poterlo passare, ho dovuto impegnarmi di più rispetto alla mia idea di ferrata.
Per ultimo è il turno di Graziano.

OBBLIGO: 
SI PASSA UNO ALLA VOLTA, NON DISTURBARE CHI PRECEDE TIRANDO LE CATENE !!!
Rispettare a pieno le regole da applicare in ferrata !!!! Soprattutto in questo punto !!!

Concluderei con le stesse parole con cui ho iniziato:
!!! ATTENZIONE !!!
DIFFICOLTA': MOLTO DIFFICILE, PER ESPERTI
E' inutile aggiungere altro che potrebbero essere forviante, ognuno con la propria esperienza dovrà valutare se in grado di farlo od evitarlo, su una cosa però concordo: PER ESPERTI, ciò implica esperienza e cervello.

Torniamo alla nostra ferrata domenicale.... appena usciti dal torrione, mentre recuperiamo le forza, ci scappa anche una mini-guida su asola e controasola....


"....passa la corda di lì, gira, ...no di qua'..... aspetta non tirare......" 
"ma io sto cadendo" 
"allora smetti di cadere!!"
".....ma ???"
".....ma al diavolo !!! Allora se vuoi cadere, cadi !!!"
Ahahahahahahah !!!!!!


Proseguiamo la nostra avventura per il nono tratto, caratterizzato dal passaggio nell'albero.


A controllare se il nido del Dodo è ancora presente.



Qui il gruppo si divide: Graziano e Mario ridiscendono dal sentiero che costeggia la ferrata per rientrare nel primo pomeriggio a casa mentre noi tre, continuiamo per cresta fino a quell'ultima elevazione che si intravvede in fondo dove compare la croce di vetta.


Per poter arrivare fino alla cima, bisogna camminare ancora una buona ora in cresta con paesaggi spettacolari e passaggi tra roccette.....a volte anche sotto !!


Ci sarebbe ancora un piccolissimo tratto attrezzato da fare ma visto il tempo e la calura, abbiamo preferito evitarlo: Da quello che abbiamo visto si può dire che non sia difficile.
Dalla cresta si vede il Bivacco Manuela.


Incrocio con il sentiero che arriva da Ballabio e che passa dal Bivacco, da adesso in poi seguiamo il sentiero di cresta per EE numero 34.


E' un sentiero di cresta dove serve piede fermo con paesaggi spettacolari, peccato per il meteo che però inizia a fare le bizze (per noi meglio perché la piccola brezza fresca che arriva aiuta nella salita).


La cima è proprio l'ultima elevazione.


Ed ecco il miraggio.... questo bivio lo conosco !!!! Sono arrivato !!!!


Prima degli ultimi metri mi volto per osservare una piccola anticima dove è segnalata la presenza di una ferrata, il decimo torrione, che noi non facciamo (pochi metri) perché troppo accaldati.


Eccola la croce.


Che sudata però !!!!


Dietro di me il piccolo tratto terminale con lo scollinamento dove giunge il sentiero.


Vista sulle Grigne...............o quasi.


Dopo una bevuta di gruppo e vista l'ora tarda, si decide di scendere subito percorrendo il sentiero che avevamo già fatto per arrivare in cima al Monte Due Mani in una precedente uscita.


Ci dirigiamo verso Muschiada alla bocchetta di Desio tramite il sentiero 22.


Arrivati al bivio, tagliamo per il sentiero che ci riporterà sulla strada di Morterone a circa 4 km da dove avevamo lasciata la macchina al mattino.


Seguiamo il sentiero in discesa bollato con il colore rosso.


Il sentiero si snoda nel bosco incontrando anche dei rigagnoli di acqua da usare in caso di necessità


Guardando indietro si intravede ancora la cima.


Alla fine riusciamo a giungere alla seconda macchina utilizzata per l'uscita e parcheggiata in precedenza per non farci sorbire tutti quei km di strada, che ci avrebbero aspettato, da farsi a piedi !!


Qui l'inizio del sentiero visto dalla strada.


Considerazioni finali: "come ferrata non mi è piaciuta, ho trovato molto interessante solo il torrione Discordia ed il pezzo in cresta.... ma tutto il resto... io lo butterei: non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace."

FINE

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