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domenica 1 novembre 2015

Pizzo Boga via R2 Monza (metà) 01-11-2015

Quando: 01 novembre 2015
Chi c'era: Tiziano ed Ivan
Percorso: Laorca (485m) - Pizzo Boga (867m)
Sentieri: -
Difficoltà escursionismo proposta: E (escursionistico) per il sentiero
Difficoltà alpinistica proposta: D- (tratti di V, numerose varianti di diversi gradi)
Tipo di salita alpinistica proposta: AR
Difficoltà cane proposta: percorso NON adatto ai cani
Logistica cane: -
Acqua: nessuna presenza di acqua
Tempo relativo all'uscita: totale uscita 3 h.
Percorso GPS: Pizzo Boga (R2 Monza) 01-11-2015 (solo andata, solo metà)

Uscita su roccia su una parete che ha fatto storia nel lecchese negli anni 70 e che ora non viene più valorizzata come una volta.


Riesco a reperire in internet questa cartina ma tra il disegno e la realtà c'è un abisso, non tanto nel disegno morfologico ma nel numero e del come sono segnate le vie. La nostra intenzione era quella di percorre la via originale ma subito all'inizio ci siamo lasciati fuorviare da un'invitante cengia con freccia rossa e ci siamo messi subito nei guai (in rosso la salita ed in blu la discesa fatta). 


Iniziamo dal principio. Parcheggiamo la macchina sul tornante successivo all'ultima fermata del bus di linea e prendiamo il sentiero 2 per la Val Calolden. Volendo si può anche seguire la strada asfaltata, in ogni caso bisogna poi riunirsi dove inizia la strada tagliafuoco.


Per mia curiosità, seguiamo l'inizio del sentiero per vedere poi come prosegue e raggiunge i Piani Resinelli. Ovviamente,a questo bivio abbiamo svoltato a sinistra, abbandonandolo.


Come dicevo prima, l'importante è arrivare ad imboccare la strada con la sbarra.


Si segue il cemento con il Pizzo che fa bella mostra di se.


Dopo una salita e l'inizio di una discesa, ecco il sentiero per andare verso le vie.


Saliamo accanto ad un opera per incanalare l'acqua e continuiamo a seguire la traccia di sentiero.


In una mezz'oretta si arriva all'attacco.


L'inizio e segnato con un cartello, il problema e che poco sopra vi sono due frecce rosse, una dritta verso l'alto ed una che piega a destra.


La dritta sale verticalmente su salti di roccia....


.....noi furbi, scegliamo la destra che sembra più invitante ritrovandoci sulla variante di V grado.....unta, scivolosa e strapiombante.


Nel mentre ci raggiunge un signore anziano di nome Aldo Travagliati che ci aiuta ad uscire dall'impasse, il tutto senza corda, dandoci delle dritte su dove andare. Ivan in qualche modo riesce a passare e dalle imprecazioni si capisce che ha fatto fatica. Io seguo e mi meraviglio che non sia caduto nemmeno una volta. Era meglio andare dall'altra parte.

(foto di Ivan)

Fatto trenta, facciamo trentuno: le prime due lunghezze le uniamo.
Una foto dopo la faticaccia ci vuole.

(foto di Ivan)

Ora percorriamo in conserva una cinquantina di metri di I e II grado tra facili roccette... 


(foto di Ivan)

fino a sbucare sulla sommità della prima bastionata dove incontriamo una traccia di sentiero.


Lo percorriamo fino a giungere al baitello diroccato.


Pochi metri più avanti inizia la seconda bastionata. Incontriamo di nuovo Aldo Travagliati dove scambiamo quattro chiacchere e scopriamo che numerose vie le ha aperte lui. Anche qui le frecce azzurre non mancano, come non mancano anche alcune indicazioni dei gradi tra cui anche dei 7. Scegliamo di seguire l'originale R2 Monza e imbocchiamo il diedro. Ivan è ghisato. Inizia la giostra. Parte lui e mette il primo split (con i piedi a terra....ahahahah), tenta di salire ma non riesce, troppo scivoloso. Decido di provarci, vado io e metto due rinvii superando la "saponetta" e prendendomi dei complimenti per aver aperto una nuova via da Aldo (ahahahahahah), a quel punto chiedo ad Ivan se adesso se la sente di proseguire.....torno giù e facciamo cambio. Sale imitando i miei movimenti e riesce a mettere altri due rinvii fino ad arrivare sopra al diedro ma una volta giunto lì... finisce la benzina.......CAMBIO. Torna di nuovo a terra e provo io, però senza il peso dello zaino.


Morale della favola, prendo parto e vado, non sto li a pensare molto, succeda quel che succeda.....e cosa accade? Accade che supero l'ostacolo e mi faccio 20 m senza riuscire a mettere una protezione che sia una, appena vedo un chiodo, mi metto a ridere come un deficiente e lo rinvio come se avessi vinto la coppa del mondo di arrampicata....ahahahah. Abbiam fatto trentuno, faccio io trentadue.... proseguo per un paio di metri e trovo quel che è rimasto della sosta. Attrezzo un spit e come secondo punto incastro un cordino in uno spuntone. Una volta fatta la sosta, recupero Ivan e mentre sono lì a ripescarlo, spunta di nuovo Aldo per vedere cosa stiamo combinando.


Ormai abbiamo perso parecchio tempo tra una cosa e l'altra, decidiamo quindi di terminare l'avventura in quel punto.

(foto di Ivan)

(foto di Ivan)

Foto di rito.

(foto di Ivan)

La discesa avviene su sentiero che percorre il ghiaione di sinistra (faccia a monte) che ci riporta prima alla base della seconda bastionata dove recupero lo zaino e poi direttamente alla prima dove inizia la via. Non resta che percorre a ritroso il sentiero e la strada per tornare di nuovo alla macchina.


Con molte probabilità, ci torneremo.

FINE

2 commenti:

  1. Bella Tiziano... Non certo una passeggiata...si intuisce la difficoltà della via... Sia benedetto in un certo senso l Aldo! Però, pure voi, con tutte le possibilità... Il boga! Un abbraccio campione...

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  2. Simpatico racconto e traccia utile per trovare l'attacco. Grazie!

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