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Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

sabato 19 marzo 2016

Pesciola Settentrionale 19-03-2016

Quando: 19 marzo 2016
Chi c'era: Tiziano ed Ivan
Percorso: Arrivo funivia Pizzo d'Erna - Bocca d'Erna (1291m) - Canale Pesciola Settentrionale - Pizzo Monterone (1757m) - Passo del Giuff (1530m) - Sorgente Pesciola (1325m) - Bocca d'Erna (1291m) - Arrivo funivia Pizzo d'Erna
Sentieri: 10 - 7 - sentiero delle creste
Difficoltà escursionismo proposta:  Sentiero EE
Difficoltà alpinistica proposta: AD+ / IV- passaggio di roccia
Tipo di salita alpinistica proposta: AG
Difficoltà cane proposta: percorso NON adatto ai cani
Logistica cane: ai Piani d'Erna vi sono possibili sentieri adatti anche ai cani 
Acqua: solo presso la partenza tramite strutture e la fontana Pesciola
Tempo relativo all'uscita: 3,5 h. l'andata e 2,5 h. il ritorno

"Titi devo chiudere un canale" "Ok"

Ad Ivan non andava giù non essere riuscito a fare un salto roccioso nel canale e così ci riprova....con me al seguito.


Prendiamo la funivia da Versasio che ci deposita in Erna, scendiamo alla Bocca e prendiamo il sentiero 10, quello che porta al Canalone Bobbio. Noi però prenderemo il primo canale che si incontra, il Pesciola Settentrionale, poi a seguire si trova il Pesciola Meridionale ed il Bobbio.


Resteremo sempre in ombra per sfruttare la temperatura e la neve dura. Durante l'avvicinamento incontriamo numerose slavine sul sentiero


Mettiamo l'attrezzatura poco prima dell'inizio per andare sul sicuro. La neve risulta compatta a causa dello schiacciamento delle scariche e se da un lato è buona perché non si sprofonda, dall'altro e pericoloso perché si scivola.


A differenza del Pagani in Grignetta, qui non ci sono i gradini e per salire bisogna usare i polpacci.


Oltre ad usare le punte è anche più inclinato.


Proseguiamo lungo le scariche compatte cercando una linea sicura fino ad arrivare al passaggio di roccia a metà via. Se fosse estate, se fosse asciutto e fatto con le scarpette non creerebbe nessun problema ma così risulta il passaggio più difficile su misto che io abbia mai fatto.


 Parte Ivan e piantando qualche chiodo per rinviare qualche fettuccia per creare delle staffe, riesce a passare l'imbuto sotto una leggera scarica di neve. Questo passaggio risulta essere la parte finale di tutti i pendii soprastanti e se qualsiasi cosa deve cadere da sopra, passerà inesorabilmente da qui.


Il passo difficile è stato superato, ora basta ripetere quello che ha fatto Ivan e dovrei riuscire anch'io....o così credo.


Il salto si compone da due piccoli saltini, il primo lo supero inventandomi una linea a destra, mentre per il secondo, non c'è niente da fare, devo attaccarmi alle fettucce. Fortunatamente, sopra al secondo salto, c'è neve portante e le picche tengono, il problema rimangono i piedi. Salgo sfruttando due delle tre fettucce ma così facendo mi ritrovo a non riuscire a recuperare il materiale ed a tirami su di forza bruta per raggiungere la neve.


Superato il salto Ivan mi chiede se sono riuscito a recuperare il materiale, io convintissimo che la corda non passasse da nessun rinvio, gli chiedo scusa di non averlo preso e nello stesso momento mi sorge un piccolo dubbio..... guardo in basso e sulla corda mi ritrovo un rinvio, due fettucce e....... il chiodo a cui erano legate. Ops, forse ho tirato troppo !!!!


Siamo però ancora nell'imbuto e bisogna allontanarsi il prima possibile.


Poco più sopra, dove la pendenza lo concede, troviamo degli alberi dove poter fare una doppia e recuperare il materiale (il rinvio e la fettuccia, quella che non passava realmente la corda).
  

Sceso e risalito.


Adesso manca l'altra metà del canale. La neve che incontriamo ora però non è del tutto trasformata ma risulta ventata in alcuni punti (crosta superficiale e inconsistente sotto).


Dove la montagna ti dà (pendenze inferiori), la montagna ti toglie (pericolo maggiore).


La lingua è enorme e dal basso la si riconosce subito.


Manca poco a mezzogiorno ed il sole inizia a battere sopra le nostre teste.


Dobbiamo trovare una linea di salita all'ombra perché dove batte il sole si inizia già a sprofondare e la neve inizia a "sbrilluccicare" mentre si scioglie.


La pendenza ricomincia ad essere sostenuta.


Come via d'uscita seguiamo l'ombra delle guglie.


Più ci avviciniamo alla fine, più aumenta la pendenza. Fortunatamente intravvediamo la cresta finale molto scarica ed un punto dove passare in tranquillità.


Riposare in piedi? Fatto !!!


Ecco la cresta con la piccola cornice....


.......il problemino era saltare fuori gli ultimi metri leggermente verticali.



Vittoria !!!!


Ed anche questa volta ne sono uscito.


Foto di rito.


Ma adesso da che parte si scende? Ivan propone o per il Canale Pesciola Meridionale o per il Bobbio....io, o meglio il mio ginocchio, propone il sentiero delle creste, anche perché non vedo nessuna traccia che punti verso la cima del Resegone.


All'inizio Ivan è un po titubante, non avendolo mai fatto, ma alla fine si convince ed iniziamo a cavalcare la cresta.


Ne risulta una discesa spettacolare. A parte i primi metri di neve inconsistente, tutto il viaggio era fattibile.


Un aliante volteggia con alle spalle il Rosa a fargli compagnia.


All'inizio non voleva scendere da qui, adesso si sta divertendo come un matto. 


"Fammi una foto...fammi una foto....fammi una foto......"


La bellezza di questo sentiero è il panorama ad ambio raggio che si può godere ed avendolo fatto anche in estivo, posso dire che con la neve risulta ancora più bello, non si deve ogni tanto arrampicare e disarrampicare, basta seguire la linea della neve e lasciarsi trasportare.


Di contro, questa via ti porta esattamente dalla parte opposta di dove volevamo andare, cioè verso Morterone e non verso Erna.
Buffa costruzione nei pressi del passo.


Passo del Giuff, giro di boa e si torna indietro.


Il sentiero di ritorno sembra interminabile, fino a quando giungiamo presso la sorgente vicino ad Erna dove mi attacco avidamente a cercar acqua. Da qui in pochi minuti si torna alla Bocca d'Erna e risalendo il tratto di strada, di nuovo alla stazione della funivia.


Considerazione finale: questo sì che è andar per canali perché pur ripido che sia se trovi già i gradini non devi fare "troppo" fatica a rimanere in parete ed i passaggi di roccia da fare con i ramponi ai piedi rendono le tue certezze, futili pensieri

FINE

4 commenti:

  1. Che bello che bello che bello... Me l avevi accennato mannaggia a te! Il risalto? Per nulla banale, prossima volta tira meno! :-) Ivan è davvero in gamba, tu non sei da meno... Sinceri complimenti a entrambi! Dai che giovedì proverò in canale il mio ginocchio anche se su pendenze decisamente inferiori

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    1. L'importante è e sarà sempre.....la scorta di grappa nello zaino per lenire il dolore !!!! Lo dice anche i medico: "disinfettare la ferita"....cosa meglio dell'alcol direttamente dall'interno???? Ahahahah

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