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Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

domenica 16 luglio 2017

Ferrata Sass Tavarac 16-07-2017


Quando: 16 luglio 2017
Chi c'era: Tiziano
Percorso: Crevenna (453m) - Eremo San Salvatore (570m) - Sass Tavarac - Sasso d'Erba- Eremo San Salvatore (570m) - Crevenna (453m)
Sentieri: - 
Difficoltà escursionismo proposta:  E (escursionistico) i sentieri di collegamento - EEA (escursionisti esperti attrezzati) per la ferrata ed il sentiero di discesa
Difficoltà alpinistica proposta: -
Tipo di salita alpinistica proposta: -
Difficoltà cane proposta: percorso NON adatto ai cani
Logistica cane: la ferrata non è adatta ai cani, si consiglia un altro itinerario
Acqua: nessuna presenza
Tempo relativo all'uscita: 1 h. l'avvicianmento alla ferrata,  45 min. la ferrata, 30 min. il sentiero di discesa,  40 min. il ritorno alternativo

Mi sono sempre chiesto come fosse questa ferrata e l'ho sempre rimandata fino ad oggi che con la scusa di trovare persone che scalavano in zona, ho deciso di provarla.

Lascio la macchina a Crevenna e salgo all'Eremo di San Salvatore.


Da qui, per comoda sterrata che porta al monte Panigas, percorro la strada fino alla biforcazione per il sasso. Da questa parte si può anche fare un anello molto interessante che tramite la Val Caino, passa per la scala di legno, la scala di ferro, l'orrido di Caino e volendo si toccano anche la cima del monte Panigas e la croce Pessina.


Seguo il sentiero fino ad un bivio dove svolto a destra.


Incrocio un altro bivio, scelgo la sinistra, che risulterà essere una scorciatoia che evita un sali e scendi.


La scorciatoia implica una piccolissima parete da superare ma nulla di difficile.


Rispunto con l'innesto del sentiero non percorso che proviene da destra.


Eccoci al Sass Tavaracc. Una parete di arrampicata dove poter scegliere anche una via ferrata (a destra) o un sentiero attrezzato (a sinistra), per poter arrivare in cima all'elevazione.


Mi imbrago e mi porto alla partenza della fune metallica.


La prima cosa che noto è che il cavo non è agganciato ad ogni chiodo ma la corda rimane intera e passa in mezzo agli occhielli senza mai rinviare.....la cosa non mi piace molto.


La partenza è già impegnativa, e come confermato dalla mia sensazione, il cavo non è tirato completamente, la cosa rende più fisica la progressione di quello che potrebbe essere. Ci si alza una trentina di metri, giusto per arrivare alla sommità dei tiri della falesia, poi ci si passa proprio sopra, toccando le soste (nel vero senso della parola).....


....per arrivare in un piccolo canale erboso...


....dove poter sormontare completamente la parete ed entrare nella vegetazione.


"Con un po' di colla si aggiusta tutto !!"


Dopo un tratto poco esposto e poco ripido, mi trovo ad affrontare un'altra parete verticale dove si palesa un secondo problema: se prima, per salire utilizzando meno fatica possibile, si adopera tecniche di arrampicata, qui diventa problematico usarle. La roccia risulta friabile e prima di afferrarne una, è meglio testarla, anche se di grandezze notevoli. Alla fine mi sono ritrovato a tirare il cavo più del dovuto avendo paura di staccare anche grossi massi che sarebbero caduti proprio alla base della falesia.


Superato il muro, si incontra una biforcazione a quattro vie, scopro così che l percorso di oggi assomiglierà tanto alla ferrata di Morcate, un enorme percorso a forma di otto dove la via di salita incrocia la via di discesa.


Proseguo per il sentiero di salita che mi porta verso il prossimo tratto.


Murone bianco/giallastro verticale. Qui vale la stessa regola di prima ma i sassi che si muovo sono molto di più....


...talmente tanti e di ogni forma che oltre ad usare molto di più il cavo, bisogna anche stare attenti a dove si mettono i piedi per non smuovere niente.


Dopo il muraglione, un piccolo passaggio orizzontale, uno ancora verticale e si è fuori dalla parete.


Pochi metri più avanti, si incontrano le catene per il sentiero di discesa.


Superato il filo e le catene, pochi metri più avanti, la cima della via.


Panoramica sui paesini sottostanti e sullo sfondo, dovrebbe essere il lago del Segrino.


Ritorno su i miei passi per iniziare la discesa.


Prendo le catene e seguo il sentiero ripido e terroso che scende velocemente.


"Vai tranquillo che tiene !!"


Per scendere basta seguire le catene e rimanere sul sentiero.


Si trova anche una fune.


"Tiene anche questa.....e fidati !!!"


Altre catene.


Passaggio vicino a delle piccole grotte superficiali.


Mi ritrovo sul sentiero di salita al bivio delle quattro strade, non mi rimane che prendere l'ultima possibilità....


....quella che scende con le catene.


Principalmente il sentiero segue le cenge della bastionata con tratti ripidi per abbassarsi di elevazione.


Piccolo spuntone con anello di calata, probabilmente una via finisce qui.


Io proseguo sul sentiero con le catene.....


.....che continua a costeggiare la parete mentre scende.


Eccomi ormai quasi alla fine....


....riconosco la parete iniziale della falesia da dove sono partito.


Sono tornato al punto di partenza.


Mi tolgo tutto l'armamentario ed inizio a tornare indietro verso l'eremo dal sentiero dove sono venuto, solo che sbaglio completamente direzione e mi ritrovo su un sentiero che costeggia in piano il crinale. Mi sono perso, guardo il gps e capisco che sono fuori rotta, qui ci sono numerosi sentieri di collegamento, devo averne preso uno per sbaglio. Non fa niente, proseguo su quello fino a dove si allarga e si immette sulla strada principale per la cima del Panigas, poco più sopra al Sasso d'Erba.....allora, già che ci sono, provo a chiamare il gruppo che doveva trovarsi ad arrampicare in zona e, casualità vuole, che alla fine ci incontriamo al sasso nello stesso momento. Sfrutto l'occasione per fare solo una via da secondo, visto che non avevo le scarpette con me, e per fare due chiacchiere in compagnia per far passare la mattinata.


Per tornare indietro, basta poi seguire la strada principale che riporta all'eremo e poi a Crevenna.

Considerazione personale: a me piacciono le ferrate ma questa l'ho trovata senza senso: cavo non tirato e/o non ripassato, come pure le catene, troppe rocce che si staccano, anche di enormi dimensioni, pericolo di far cadere detriti sulla falesia sottostante......anche se di positivo devo dire che ha dei bei passaggi tecnici, sempre se si riesce a non mettere i piedi su sporgenze pronte a cadere. Se dovete farla, consiglio di eseguirla in un periodo temporale dove si è abbastanza sicuri da non trovarsi climber che scalano sotto di voi e soprattutto, DA EVITARE ASSOLUTAMENTE con terreno bagnato, diventerebbe uno scivolo modello parco acquatico.

FINE

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