Consigliato da noi in questo periodo

Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

giovedì 17 febbraio 2022

Rifugio Calvi (quasi) 17-02-2022

Quando: 17 febbraio 2022
Chi c'era: Adelina, Alaska e Tiziano
Percorso:  Carona (1170m) - Pagliari (1300m) - Cascata della Val Sambuzza (1410m) - Il Dosso (1500m) - Lago di Prato (1660m) - Diga del lago di Fregabolgia (1950m)
Sentieri: 210
Difficoltà escursionismo proposta: E (escursionistico) (valutare sempre il manto nevoso) 
Difficoltà ferrata: -
Difficoltà alpinistica proposta: -
Tipo di salita alpinistica proposta: -
Difficoltà cane proposta: il percorso è adatto ai cani.
Logistica cane: il percorso non presenta difficoltà (valutare sempre il manto nevoso) 
Acqua: presenza di una fontana a Pagliari e corsi d'acqua
Tempo stimato dalle guide: 3 h. l'andata e 2 h. il ritorno.
Tempo nostro relativo all'uscita: 5 h. l'andata e 3 h. 30 min. il ritorno.
Percorso GPS: Rifugio Fratelli Calvi 17-02-2022👈 scarica la traccia

Con la voglia di pestar neve e raggiungere un famoso rifugio, ci dirigiamo in provincia di Bergamo e "pota", si inizia a ravanare.
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Eccovi la traccia dal satellite del percorso fatto.


La partenza avviene nei parcheggi a pagamento (non attivi al momento della nostra gita) delle vie della città dove parcheggiamo la macchina prima di incontrare la neve.


Percorriamo la via Carisole fino ad incontrare la segnaletica di inizio percorso.


Lasciamo quindi Carona alle nostre spalle e imbocchiamo la strada sterrata/cementata che ci porterà alla nostra destinazione.


Quando si percorrono i sentieri di montagna, bisogna sempre fare attenzione ai cartelli, in questo caso, troviamo conferma della chiusura del rifugio.


Essendo una meta molto rinnovata, per raggiungere il rifugio ci sono prevalentemente due vie: quella invernale, che percorreremo, e quella estiva, che risulta pericolosa con presenza di neve.


Passiamo dall'abitato di Pagliari, dove troviamo anche una fontana attiva.


Continuiamo a percorrere la strada sterrata, lasciando alle spalle il piccolo paesino.


Il prossimo punto di interesse che incontriamo è la cascata della Val Sambuzza...


...controllata a vista dai sensori (mi sa che quando si arrabbia, fa danni).


Proseguiamo con la nostra uscita e, sempre in pendenza, iniziamo ad intravvedere meglio le cime che ci circondano.


La strada passa dalla località Il Dosso...


...e più avanti, anche dal Baitone CAI di Sesto San Giovanni..


Ci stiamo alzando, lo capiamo, il paesaggio inizia a cambiare, ci troviamo in prossimità di un piccolo altopiano.


Il lago di Prato... forse... crediamo... anche se non lo vediamo... forse per la neve, forse per la scarsità di acqua.


Il vento sferza tra le alte cime regalandoci lo spettacolo della neve portata dal vento che vola oltre il punto più alto.


Ecco dove dovrebbe essere il  lago.


Noi però vediamo solo un piccolo fiumiciattolo nelle sue vicinanze.


Adesso però c'è un "però"; di tutta la nostra uscita, non ho mai portato all'attenzione le condizioni della neve fresca caduta nei giorni precedenti e dell'orario che stiamo tenendo.
Essendo partiti "tardi" e avanzando lentamente nel nostro percorso, le condizioni della via risultano un po' difficoltose: il caldo della giornata sta facendo sciogliere in modo veloce la nuova neve posato al suolo creando numerosi sprofondamenti da parte nostra...


...e anche di Alaska.


Dal lago e per una piccola tratta di ascesa, abbiamo parlato con alcune persone sulle condizioni del percorso e tutti consigliavano di valutare bene lo scioglimento della neve... alcune persone, di ritorno, si lamentavano della poca consistenza del manto, altre invece, decidevano di terminale la loro uscita e tornare indietro.
La nostra valutazione in questo caso è stata di proseguire fino alla diga e poi, rivalutare in loco.
Questa nostra decisione è maturata grazie anche ai componenti, vestiti, attrezzature in nostro possesso.


Proseguiamo quindi verso l'alto, tenendo un occhio sempre sull'orologio.
Incontriamo il bivio di collegamento con il sentiero estivo, completamente coperto ed intonso di neve.


Incontriamo delle abitazioni, siamo ormai prossimi alla diga.


Alaska sembra un soldato in trincea... ogni tanto scompare sotto la traccia.


In fondo, intravediamo la diga.


Manca solo il tratto di strada che ci porterà dalla base inferiore alla sua base superiore.



Casa del custode.


Ultima rampa...


...ultimi gradini.


Diga sul lago di Fregabolgia... anche se del lago, non vi è traccia, purtroppo.


La in fondo, sulla sinistra, di un color pastello, il rifugio Calvi.


E' tempo di una rivalutazione. Procedo in perlustrazione per capire le condizioni del sentiero e mi sembra di essere in un parco acquatico: schizzi di acqua ad ogni mio passo; anche se il cartello segnala 20 minuti di strada, capisco benissimo che in queste condizioni, la tempistica risulterà enormemente più lunga, aggiungiamo l'orario (le 15) e che poi dovremo fare tutto il rientro in condizione sempre più "sciolte"...


...decidiamo che terminerà qui la nostra avventura.


Ritorniamo alla casa del custode, per ripararci dal vento e fare uno spuntino... in fondo, non avevamo ancora pranzato... o non tutti lo avevano ancora fatto.


Dopo aver ripreso le forze, iniziamo a percorrere in discesa tutta la via fatta all'andata.


Ora, il giallo del sole giornaliero, inizia a lasciare il posto all'arancione del tramonto mentre ripassiamo dal lago del Prato.


Si fa sempre più buio mentre torniamo a vedere la cascata della Val Sambuzza.


Ed è ormai quasi sera quando rincontriamo il paesino di Pagliari...


...che ha già acceso le luminarie delle sue vie.


Manca solo arrivare a Carona, mentre la sera si mangia il sole.


La via di partenza e la nostra macchina in lontananza... possiamo dire che abbiamo passato l'intera giornata a camminare tra i monti.


CONCLUSIONI FINALI

Quando si programma un'uscita, soprattutto se si percorre un itinerario mai fatto, portarsi dietro due/tre cosette in più per sicurezza non fa mai male, come ad esempio una frontale ed una felpa. Imparare a valutare sempre le condizioni del percorso in concomitanza con le proprie capacità fisiche, l'orario e le condizioni climatiche serve a non trovarsi in situazioni spiacevoli. Meglio rinunciare se non si è sicuri e riprovarci un'altra volta che non poter riprovarci più. In ogni caso, l'uscita è risultata piacevole, abbiamo passato l'intera giornata in mezzo alla neve, alle montagne, alla natura e agli animali.... cosa chiedere di più?


FINE

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