Consigliato da noi in questo periodo

Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

sabato 4 ottobre 2014

Rifugio Elisa 04-10-2014

Quando: 4 ottobre 2014
Chi c'era: Tiziano
Percorso: Rongio (375m circa) - Ponte di Ferro (450m) - Grotta Ferrera o dell'Acqua Bianca (540m) - Baitello Aser (1340m) - Rifugio Elisa (1515m) - Baitello Aser (1340m) - La Gardata (1050m) - Grotta Ferrera o dell'Acqua Bianca (540m) - Ponte di Ferro (450m) - Rongio (375m circa)
Sentieri: 14 - 18 - 20
Difficoltà escursionismo proposta: E (escursionistico)
Difficoltà cane proposta: sentiero adatto ai cani, porre attenzione al dislivello ed ai dirupi lungo la via
Acqua: varie fontane e sorgenti lungo il percorso
Tempo relativo all'uscita: 3 h per l'andata e 3 h per il ritorno 
Percorso GPS: Rifugio Elisa 04-10-2014 (un tratto in salita ha registrato male ma le segnaletiche sul sentiero sono chiare)

Elmo in testa, zaino in spalla, chiappe strette e bocca chiusa.... si va a fare la ronda.



Questo itinerario era già in programma per l'inverno scorso, purtroppo, a causa di una valanga, è stato dovuto accantonare per un po', fino ad oggi. Avrei voluto portarmi anche Alaska ma il meteo ballerino ed il tanto dislivello per lei, mi ha fatto scegliere per il no. La partenza avviene da Rongio.


L'itinerario è una via risalente alle guerre mondiali, un pezzo di storia italiana piena di aneddoti, incendi, fughe ed infine, di ricostruzione. Per iniziare, sentiero numero 14.


Imbocco il sentiero per la Val Merìa incrociando le dita per avere un buon meteo e poter avvistare qualcosa con gli occhi. Intravvedo a malapena la sagoma delle guglie in lontananza....


... avvisto invece bene il Santuario della Madonna di Olcio con la cima dello Zucco di Sileggio.
Mi sfiorano i ricordi delle uscite fatte da quella parte della valle.


Lungo il percorso troverò numerosi segnavia che mi aiuteranno nel cammino, numerosi saranno anche le piccole biforcazioni su sentieri appena accennati dove passerò oltre.


Appena partiti si incontra una fontana, il sentiero si svolge in un falso piano che serve a portare l'avventuriero alla fine della valle passando su diversi corsi d'acqua.


 Tra quelli piccoli come il torrente Valle del Lupo, che si passano senza neanche accorgersene... a quelli invece che....


.... senza un ponte che collega le due valli, sarebbe al quanto difficile proseguire.



Il percorso è molto largo ed è difficile perdersi.


Raggiungo la fine della valle....


...... dove un secondo ponte, sul torrente Mala, affluente del Merìa, il cui nominativo prende la valle (Val Mala).....


... mi fa attraversare il torrente con la sua forra creatasi da tutti gli affluenti che derivano dalla Val Scarettone.


Il passaggio del torrente, insieme alla conclusione della valle, segnano anche la fine del dolce percorso e l'inizio della salita.


Mappa artigianale...... ma quanto basta a capire dove ci si trova.


Inizio la "scala santa" della giornata che mi porterà in quota.


La via è un susseguirsi di tornati fatti a mano che si susseguono in maniera quasi ipnotica.


Eccomi alla Grotta Ferrera o dell'Acqua Bianca.


Questa grotta funge da incrocio per le due vie di salita maggiori di questo versante, io ho deciso che le percorrerò entrambe, per formare un anello. All'imbocco si trova una fontana dove potersi anche dissetare, estremamente ferrosa........ estremamente buona, come quella della baita di Loco Tocco prima che iniziassero a metterci mano e trasformarla in acqua per piscina (piena di cloro).


Qualche informazione.


A questo giro evito di entrare...... magari la prossima.


Proseguo la mia salita verso il rifugio incontrando una sorgente.


Credo che sia potabile dal bicchiere lasciato ma su nessuna cartina è segnata.


Sto camminando ormai sulle pendici meridionali dello Zucco di Pissavacca dove dovrei iniziare a vedere lo spettacolo della grigna....


.....solo che le nuvole me lo impediscono.


Un'altra sorgente, questa volta segnalata da un cartello metallico ma sempre non segnalata sulle cartine.


Ormai il percorso mi ha incantato, sono entrato in un loop mentale che addirittura mi fa credere di percorrere una scala di Penrose !!!!!! Non arrivo mai ad un punto certo !!!
Uscito finalmente dal ripetersi dei tornanti, riesco a malapena ad intravvedere il Rifugio Rosalba immerso nella nebbia.... e dirsi che adirittura si dovrebbe vedere anche il Bivacco Ferrario sulla cima della Grignetta.


Sto ormai viaggiando sul versante, sempre meridionale, dello Zuc di Sella, elevazione successiva allo Zucco di Pissavacca. Qui incontro un'altra sorgente, questa volta segnata sulla mappa.


Ormai sono giunto in prossimità del bivio dove scegliere se proseguire verso il rifugio Elisa od andare verso il Bietti tramite la Val Cassina e/o tramite la ferrata dei Carbonai.


Poco oltre, un altro bivio, per creare un piccolo triangolo di strade. Qui al ritorno prenderò il sentiero numero 20 verso la Gardata.


Il prossimo incontro sul cammino avverrà con la baita dell'Aser, punto dove la dura salita lascia il posto ad una piccola pausa per spostarsi lateralmente. 


Pausa per pausa.... mi mangio anche una brioche e mi guardo attorno.


Qui finisce la mulattiera ed inizia il sentiero.
Meridiana su roccia.


Manca ancora un po' di strada per arrivare ed ormai sono ad altezza delle nuvole.


Bivio, vado a destra.


Incontro solo ora il tratto interessato dalla valanga e dalla frana che mi aveva impedito di giungere l'inverno scorso: è davvero una gola infida, pronta a scaricare tutto il materiale a valle. Proseguo aumentando la velocità anche se in salita, non è un posto che mi piace. 
Alla fine eccolo, sono arrivato al rifugio !!!


Il panorama a valle mi è precluso.


Ed anche questo è fatto.



Il rifugio è posto in un luogo strategico: è a circa a metà di tutte le vie di salita per la cima.



Può anche offrire un bellissimo spettacolo "grignesco" se il meteo lo permettesse.


A valle la nebbia si dirada ogni tanto.


Sasso Cavallo, Sasso dei Carbonai e Cresta Federazione sono le principali attrazioni.


Questa uscita include anche il servizio ristorazione, perciò gambe sotto al tavolo e gomito alzato per agevolare la masticazione. Andare in montagna da solo permette di stare con se stessi o di essere in compagnia di tutti. Sedersi al tavolo e chiaccherare con altre persone sedute al medesimo ristoro, condividere il vino, esperienze e storie con perfetti sconosciuti che diventano comuni esseri umani, proprio come te in quel preciso momento: nessuna distinzione, solo esseri umani.


Finito di mangiare devo lasciare la compagnia perché ho intenzione di chiudere l'anello e questo aumenta leggermente il tempo di discesa. Ripercorro il sentiero di salita per incontrare il cartello dove taglierò per la Gardata.
Ripasso dal tratto della valanga e della frana.


Uno sguardo indietro, le nuvole, anche se si sono alzate un po', continuano a bloccarmi lo sguardo.


A scendere, invece, con la visuale che si libera sempre di più, osservo meglio la città di Mandello del Lario, sulla riva del fiume.


Appena sotto al Baitello Aser prendo quindi per la Gardata e visto che passo dallo scambio triangolare, incontro subito l'ultimo angolo dello svincolo.


Questo percorso, a differenza di quello della salita, si sviluppa su una tratta fangosa e poca larga ed è in leggera salita.


Arrivo all'apice dell'elevazione dove trovo una palina per la via invernale, un piccolo segnale del numero del sentiero e....


....un crocefisso artigianale.


Inizio a scendere, sempre per sentiero fangoso.


Da questa parte posso vedere altre numerose valli della grigna.


Passeggio tranquillo nel bosco, non incontro nessuno.


Giungo alla Gardata, un altro bivio importante che collega altri sentieri, in parte conosciuti, in parte appena acquisiti ed altri ancora da esplorare.


Un tavolino ed una fontana invitano allo spuntino.


Sede del comando della Brigata Cacciatori delle Grigne, 89A Brigata Garibaldi Fratelli Poletti.


E' davvero un punto strategicamente panoramico.



Da qui, prendo la mulattiera che mi riporterà a Rongio con il numero 18.


Una panoramica dell'edificio dove il comandante Galdino Pini con 20 suoi uomini si rifugiarono nell'autunno del 1944, durante i rastrellamenti, e che venne dato alle fiamme ma, avvisati per tempo, riuscirono a fuggire e non ci furono vittime.


Essendo in un punto differente rispetto all'andata, ho la possibilità di vedere lo Zucco di Tura e di Sileggio ed il sentiero con la sua ferrata che da Era porta a Somana, sia per via valle (Sentiero del Fiume) che per via monte passando dalla chiesa di Santa Maria.


Mandello, più visibile.


Su questa mulattiera mi imbatto in una strana formazione rocciosa dove probabilmente si sviluppa una piccola cascata in miniatura.


Un po' più visibile lo Zuco di Tura e di Sileggio.


Dentro nella valle Merìa con le case di Era.


Molto più panoramica, più soleggiata ed incredibilmente ingegneristica questa via.


Con il cielo terso deve essere ancora più bello.


Durante la discesa incontro un bivio che permette di cambiare valle. Io proseguo sul sentiero per Rongio.


Camminando lungo questa meraviglia non riesco a non pensare a quanta fatica si è dovuto spendere per costruire un tracciato per permettere alle persone, agli animali e quanto necessario per la guerra, di giungere in questi luoghi, mentre ai giorni nostri si pensa solo a vietare ai cani di accompagnarti perché sporcano e/o turbano l'ambiente e permettere invece alle varie moto di distruggere tutto liberamente.


Serpenti di pietra......ingegneria eccezionale...


....sangue e sudore per difendere la patria.


E così, chiudo il cerchio: rieccomi alla grotta.


Ripercorro la strada del mattino, scendendo dalla prima mulattiera.


Ritrovo il ponte sul torrente Mala.


Ora non mi resta che percorre l'ultimo tratto di strada in piano che mi riporterà alla macchina, giusto in tempo per vedere che il cielo si stava aprendo.


FINE

1 commento:

  1. Domani scenderò anch'io lungo questa alternativa. Grazie per la descrizione e per le vostre riflessioni che condivido.

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