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Sentiero dei Ponti, Val Tartano 18-05-2021

Quando:  18 maggio  2021 Chi c'era:  Adelina, Tiziano ed Alaska Percorso:  Campo Tartano (1070m) - Ponte nel Cielo - Frasnino (1060m) -...

sabato 16 gennaio 2016

Cascate Val Borra e Busecca 16-01-2016

Quando: 16 gennaio 2016
Chi c'era: Tiziano ed Ivan
Percorso: Secondo ponte (1100m) - Rifugio Bocca di Biandino (1500m) - percorso sul misto/ghiaccio - Rifugio Pio X (1688m) - Rifugio Bocca di Biandino (1500m) - Secondo ponte (1100m)
Sentieri: -
Difficoltà escursionismo proposta:  -
Difficoltà alpinistica proposta: III/3
Tipo di salita alpinistica proposta: AG
Difficoltà cane proposta: percorso NON adatto ai cani, il sentiero invece sì
Logistica cane: i rifugi Tavecchia e Bocca di Biandino, accettano i cani
Acqua: alla bocca di Biandino, i due rifugi presenti
Tempo relativo all'uscita: 1 h fino al rifugio, 15 min. per raggiungere la valle, 3 h il percorso ghiacciato, 45 min. il ritorno al rifugio, 45 min. il rientro alla macchina.

Ogni quante volte si sbrina il freezer? Andiamolo a vedere.
Mi convinco da Ivan a fare la mia prima cascata di ghiaccio, remori entrambi dell'esperienza di una settimana prima di un corso CAI e di un nostro conoscente, miriamo alla stessa cascata..........ma.....!!!



Parcheggiamo la macchina al secondo ponte nella Val Biandino ed iniziamo a camminare verso il rifugio. Durante la salita ci superano due fuoristrada stracolmi di gente ed attrezzatura......ci puzza già che incontreremo qualcuno lungo la via. Giunti in prossimità della Bocca di Biandino notiamo che la parte iniziale della cascata non è formata (quella del penultimo ponte prima dei rifugi); decidiamo ugualmente di continuare percorrendo il sentiero che porta alla Grassi e che attraversa il nuovo rifugio Bocca di Biandino. Bastano pochi metri ed una volta raggiunto una piccola radura dove il sentiero si biforca, prendiamo a destra in direzione di un casottino con annesso boulder/piasta per grigliare, da qui, muovendosi su piccole traccie e molto orientamento, ci dirigiamo alla cima della cascata. Il letto del fiume è in secca, solo poco ghiaccio ma senza desistere, decidiamo di risalirlo.


Dopo alcuni salti ghiacciati, ci compare una desolazione.....togliamo addirittura i ramponi che ci ostacolano.


Ivan non demorde, è troppo arrabbiato, vuole una cascata e piuttosto che tornare indietro, la prima candela che trova, la scala. Fortunatamente, poco più in là, ritroviamo il ghiaccio e se anche non ricopre pienamente l'ambiente decidiamo di continuare. L'avventura alla ricerca di una cascata si trasforma in una via di misto.


Ogni tanto ci si ritrova a dover scavallare muri di misto....


.....ed a volte, dove il ghiaccio resiste, piccoli salti a suon di picozza.



Finalmente troviamo un terreno buono. E' ora di piantare i chiodi !!!!


Ivan il pianta chiodi, Titi il leva chiodi..... solo che Ivan si dimentica di dirmi come toglierli durante la progressione, piccolo dettaglio insignificante che mi farà coniare una nuova bestemmia.


Prima vera cascatella, chiodi di sicurezza....


....sicurezza ad un albero in cima e recupero.


Da adesso in poi la progressione sarà su ghiaccio ed in conserva che verrà slegata solo nei salti più alti, come quello che incontriamo ad altezza del rifugio Pio X.


Un po' qui lo si vede sulla cresta ancora in ombra.


Attacchiamo il secondo salto dove facciamo sicura.


La procedura è la medesima di prima.


Ecco la parte alta della cascata con il rifugio sullo sfondo.


Proseguiamo lungo la gola incontrando alti salti.....e con il vento gelido che ci fa capolino.


A volte basta lasciare corda ed arrampicare uno alla volta....


......mentre, in pochi casi, è meglio piantare un chiodo di sicurezza, soprattutto se il salto rimane molto verticale.


Punto, due punti, picca, ramponi, chiodo.....e punte e virgola.....abbondiamo !!!!


Ma........ma........ma........
Come dicevo all'inizio del racconto, avevamo visto salire numerose persone e quando siamo arrivati all'ultimo salto di una ventina di metri dove finiva la via........


....troviamo questo !!!!! Un ingorgo peggio che la Salerno-Reggio Calabria nel mese di agosto......
Una ventina di persone di un corso CAI aveva occupato l'intera parete non lasciando spazio per la salita. L'unica opzione concessa è stata quella di abbandonare a 20 metri dalla fine.
Un vero peccato, anche perché come CAI potevano lasciare lo spazio anche agli altri per salire e non occuparla interamente. Mentre mettiamo via tutto ed iniziamo a scendere, non contenti, riescono pure a mettere altre due corde in parete !!!!! Inutile arrabbiarsi, è stata una bella giornata che era iniziata male e che pian piano stava dando bellissime soddisfazioni, prendiamo il sentiero e scendiamo al rifugio.


Non rimane che approfittare per entrare nel nuovo rifugio e vedere com'è.
Il rifugio esisteva di già ma è stato acquistato ed ampliato dai vecchi gestori del rifugio Madonna delle Nevi; il suo interno è stato modernizzato tantissimo, adesso risulta caldo ed accogliente e la cucina è rimasta uguale (per chi piace o non piace).


E dopo una bella bevuta.......si è tornati alla macchina.....forse anche più veloci del solito.....ahahahahahahaahah !!!!!!!


FINE

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